sabato 11 dicembre 2010

Solo per noi, che abbiamo il Monza nel cuore.

è dura essere un tifoso biancorosso di questi tempi. Intendiamoci, l'amore è amore e l'attaccamento ad una maglia non è qualcosa che si svende o si cambia.
Guardi la classifica è scopri che in testa c'è una squadra che si chiama: Gubbio. Se la gode da lassù e lotta per un posto di diritto in B. Poi guardi giù e scopri che il blasonato Monza, che ha dato fior fior di giocatori all'Italia, alcuni dei quali ancora all'opera, affoga nei bassifondi rischiando il passaggio diretto in C2.
Il Monza è in agonia, ci prova a dare una parvenza di normalità, ma sta per soccombere. Ancora una volta come nel recente passato.
Gente che non merita sta al timone, gente incompetente, che bruscamente sterza a destra e a sinistra senza essere in grado di dare una rotta lineare e precisa. I risultati si vedono: la squadra è sfasciata, svogliata, priva d'orgoglio. Non scrivo assurdità, pensate solamente alle due ultime partite. Como e poi Pisa. Due incontri dove si sarebbe dovuto lottare, dove ci sarebbero voluti i leoni in campo. A questi giocatori non è stato trasmesso l'entusiasmo, la passione per questi colori e per cento anni di storia. Tante parole, il gruppo è unito, e poi in campo scopri come l'unità si scioglie come neve al sole. Ma la colpa non è tutta dei ragazzi, come dicevo solo qualche frase fa, non è stato trasmesso loro il messaggio più importante. Il presidente di una squadra, l'ho già scritto, dev'essere il primo tifoso. Quando chi sta a capo di una società, spende soldi, organizza una squadra, compra giocatori e mette insieme tutto il progetto, con PASSIONE E AMORE, allora questa risulterà nella maggioranza dei casi VINCENTE. 


Qualche giorno fa, sul forum di Monza-News, leggevo che alcuni si aspettano che la "salvezza" passi per i giocatori. Cioè che loro a prescindere dalle tensioni societarie, accantonando questa mal gestione, combattano uniti in ogni partita per raggiungere l'obbiettivo.

Se i ragazzi potessero leggere, se leggessero, mi sentirei in dovere di dire loro certe cose.
Cose come, cosa significa venire allo stadio alla domenica col freddo, la neve, l'acqua e non arrendersi nemmeno quando amici e conoscenti ti ridono in faccia, perché prendi la sciarpa del Monza e li lasci sul divano a guardare SKY. Glielo spiegherei, cosa significa vedere gli altri sorridere e godere per la loro promozione in B, e sentirti derubato del tuo sogno. Per di più alle volte pure insultato e umiliato.
Mi piacerebbe parlare con loro, di recenti realtà come Varese e Gubbio; o pensando più in alto a squadre come il Chievo, quartieri di una città in A. E chiederei loro una spiegazione, mi piacerebbe sapere perché, ad esempio al presente dobbiamo essere sempre noi ad accontentarci a denti stretti.
Se leggessero, mi sforzerei di crederci, e glielo chiederei di farsi onore domani, e di provare a vincere almeno sta volta per noi, noi che abbiamo il Monza nel cuore.

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