martedì 1 luglio 2014

Francia 1998

Francia 1998 (10 giugno-12 luglio) – Campione: Francia
Formazione della finale: Barthez Thuram Desailly Lebouf Lizarazu Deschamps (c) Petit Karembeu (Boghossian) Zidane Djorkaeff (Vieira) Guivarc'h (Dugarry) - All.Jacquet
Marcatori della finale: Zidane (F) Zidane (F) Petit (F)
Percorso dei vincitori: Francia-Sudafrica 3-0 Francia-Arabia Saudita 4-0 Francia-Danimarca 2-1; Francia-Paraguay 1-0 (supplementari); Francia-Italia 4-3 (rigori); Francia-Croazia 2-1; Francia-Brasile 3-0
Piazzamenti: 2.Brasile, 3.Croazia, 4.Paesi Bassi
Partecipanti: 32 squadre
Capocannoniere: Suker (6 reti)
Media reti: 2,67 a partita

Footix
Come accadde per i sudditi di Sua Maestà, anche i galletti (peraltro vincitori di un Europeo su gallico suolo) conquistano il loro solo Mondiale in casa, con una Nazionale completa, che difetta solo nella punta centrale, il bretone Guivarc'h, ma che ha talento giovane da centellinare (Henry e Trezeguet) ed esperienza costruita per quasi tutti i titolari da annate italiane.
Una Nazionale multicolore, con forza basca, polmoni della Nuova Caledonia e del Ghana, estro armeno e, su tutto, l'irrequieto talento algerino di chi ha cresciuto il suo calcio nel tempo provvisorio di una banlieu.

Wojtyla sbarca a Cuba, è l'anno della doppietta Giro-Tour (italiano dopo trentatre stagioni) di Pantani e del Titanic cinematografico: il calcio sanziona i portieri che tengono la palla più di sei secondi e col rosso coloro che commettono fallo da dietro, introduce la panchina lunga e si complica la vita colla distinzione tra fuorigioco attivo e passivo, ma forse l'invenzione più assurda,
perchè successivamente perfezionata, si chiama Golden (poi Silver) gol.
Chi segna al supplementare, porta a casa vittoria e pallone, testè.
Nessuna chance di rimonta, altro che Azteca e Siviglia.
Se si pensava di accendere assalti all'arma bianca per lo spettacolo, ci si ritrova squadre bloccate in base alla tattica e paralizzate dalla paura di non giocarsela ai rigori.

Ronaldo
Footix alza il sipario per la gara inaugurale tra Brasile e Scozia: 2 a 1 su autorete per i Campioni in carica; la Norvegia dello spilungone Flo li batte nell'ultima gara e li accompagna agli ottavi, dove incrocia la Nazionale di Cesare Maldini, tre volte campione europeo coll'Under 21, partita con discrete ambizioni.Gli azzurri disputano un buon torneo, vincono il girone dopo un impatto complicato cogli andini di Salas (pareggio su rigore del Codino rinato a Bologna) e regolano con Bobo Vieri proprio gli scandinavi.

Filotto iniziale solo per i Blues e per l'Argentina in cui la continuità è Batistuta (tripletta alla debuttante Giamaica, felice per la vittoria coll'altra Cenerentola, il Giappone) e la mancanza Maradona (gioca il Burrito Ortega).
La Nigeria sorprende 3 a 2 la Spagna di Raul (una carriera di successi col Club, ma incompiuta colla Roja); i Paesi Bassi dall'assortita coppia Bergkamp-Kluivert (ambedue delusioni meneghine) e dei gemelli De Boer, di Overmars e di Cocu (solita catena a legare Amsterdam e Barcellona) procedono a braccetto col Messico di Hernàndez e così la Germania e la Jugoslavia dei vecchi Klinsmann e Stojkovic e dei nuovi Bierhoff (capocannoniere all'Udinese in quella stagione, davanti al Fenomeno interista) e Mijatovic (gol alla Juventus che riporta a Madrid la principale Coppa europea per Club dopo trentadue anni); l'Inghilterra di Hoddle cede il primato nel gruppo ai romeni, vittime della battagliera e qualitativa Croazia di Boban e di Suker, poi in grado di eliminare ai quarti la stanca Germania 3 a 0 a Lione e di impaurire Saint-Denis, almeno per un minuto, in semifinale.

Fatica la Francia senza Zidane (espulso per un pestone ad un saudita e fuori due turni) contro l'arcigno Paraguay di Chilavert, portiere e buon tiratore di punizioni: segna solo nel secondo supplementare Blanc in mischia; l'Inghilterra esce ai rigori coll'Argentina dopo un divertente 2 a 2, in cui si mette in luce il giovane Owen.

L'Italia contiene i padroni di casa e sfiora la semifinale con una giocata al volo di R.Baggio, riserva della giovane stella Del Piero.
Per la terza volta consecutiva dicono male i rigori: stavolta è Di Biagio, di professione metronomo, ad attirare su di sè gli occhi umidi del Paese, come era stato per Serena e R.Baggio.

Zidane
Brasile e Paesi Bassi si affermano su Danimarca ed Argentina dopo incontri ricchi di reti: dopo la doppietta di Ronaldo ai cileni, è la doppietta di Rivaldo a tenere a bada i nordici, mentre l'uomo-partita orange è Bergkamp, poco prima del fischio che avrebbe attivato il supplementare.

Solo un'inconsueta doppietta di Thuram, terzino-centrale di Parma (poi bianconero) frena la marcia balcanica; la lotteria dal dischetto del Velodrome assegna un'altra finale al Brasile: di Ronaldo e di Kluivert le reti nei novanta minuti, seconda finale consecutiva per Aldair, Bebeto, Cafu, Dunga e Taffarel.
Assente a livello agonistico Ronaldo causa malore epilettico (nella distinta per la tribuna stampa è titolare Edmundo), decide Zidane: una doppietta di testa nel primo tempo esalta la grandeur di 80mila tifosi; Zagallo non riesce così a bissare la vittoria del Messico e la Coppa va a Jacquet, tecnico che decide di lasciare come non seppe fare il 'federale' Bearzot.
L'accoppiata coll'Europeo di Paesi Bassi e Belgio avrà la firma di Lemerre e, nel modo più beffardo per l'Italia finalista, di Trezeguet (Golden gol supplementare dopo il pareggio di Wiltord sul finire del recupero): impresa realizzata dalle sole Germania Ovest e Spagna, che la migliorerà con un secondo Europeo.

Curiosità - Baggio va a segno per il terzo Mondiale, unico italiano, ed affianca Rossi a quota nove reti iridate (cosa che farà Vieri nel Mondiale asiatico), la Croazia va a podio da debuttante col fiore all'occhiello di Suker capocannoniere; Francia senza capitano in finale, Blanc era importante anche in funzione scaramantica, col bacio sulla pelata a Barthez prima del fischio iniziale.

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