domenica 22 giugno 2014

Italia 1990

Italia 1990 (8 giugno-8 luglio) – Campione: Germania
Formazione della finale: Illgner Berthold (Reuter) Augenthaler Buchwald Kohler Brehme Hassler Matthaus (c) Littbarski Klinsmann Voller – All.Beckenbauer
Marcatori della finale: Brehme (G)
Percorso dei vincitori: Germania Ovest-Jugoslavia 4-1 Germania Ovest-Emirati Arabi Uniti 5-1 Germania Ovest-Colombia 1-1; Germania Ovest-Paesi Bassi 2-1; Germania Ovest-Cecoslovacchia 1-0; Germania Ovest-Inghilterra 4-3 (rigori); Germania Ovest-Argentina 1-0
Piazzamenti: 2.Argentina, 3.Italia, 4.Inghilterra
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Schillaci (6 reti)
Media reti: 2,21 a partita

Per la seconda volta l'Italia organizza la manifestazione iridata: teatro delle notti magiche sono stadi ampliati, se non nuovi (Bari e Torino), spesso oggetto di inchieste che peraltro travolgeranno la Prima Repubblica negli anni a venire.

L'allampanata e rigida mascotte Ciao accoglie nel Paese dell'arte e del buon cibo le qualificate, cui mancano la Francia (eliminata da Jugoslavia e Scozia) e la Polonia (passano nel suo girone Inghilterra e Svezia); qualificazioni affannose per Germania Ovest ed Inghilterra, quest'ultima inviolata.

Ciao
Si attende una grande gioia, dopo il buon Europeo tedesco da parte della truppa di Vicini, vittima in semifinale dell'Urss, sulla strada dello scioglimento in virtù della politica di Gorbacev volta ad aprirsi al mondo occidentale con glasnost e perestrojka.
Siamo alla vigilia dell'invasione del Kuwait ad opera dell'Iraq, venti di guerra soffiano nel Golfo Persico.

A Milano inizia la favola del Camerun, 1 a 0 di Oman-Biyik (poi alla Samp) all'Argentina nella gara inaugurale, nonostante i Leoni Indomabili chiudano in doppia inferiorità numerica.Gli africani vivranno un Mondiale a ritmo di makossa, grazie alla loro stella Milla (già ritiratosi dalla Nazionale e richiamato dai vertici della politica locale): per lui due Palloni d'oro continentali e due Coppe d'Africa, una discreta e lunga carriera nel campionato francese e la convocazione italiana quando sgambetta nell'isola di Réunion.

I gironi vedono un'Italia sugli scudi: la squadra è cresciuta assieme dall'Under 21 ed è tanto solida dietro quanto inventiva in avanti.Il campionato italiano dell'epoca è affascinante e difficile, oltre che per le complicazioni tattiche abituali dovute al buon livello degli allenatori, per la presenza anche in formazioni medio-piccole di campioni stranieri, per non parlare della coppia Maradona-Careca nel Napoli, del trio tedesco Matthaus-Brehme-Klinsmann nell'Inter e di quello olandese Rijkaard-Gullit-Van Basten nel Milan.
Destano impressione i panzer tedeschi (4 a 1 ad una Jugoslavia imbottita di talenti giovani, poco prima di cadere vittima dei nazionalismi etnici); buoni i gironi della Spagna di Suarez (percorso parallelo a Vicini, i due protagonisti della finale continentale giovanile prima di essere protagonisti colla Nazionale maggiore) e del Brasile di Lazaroni (futuro viola), anche se meno spettacolare del solito.In questo girone sorprende la debuttante Costa Rica allenata dal giramondo slavo Milutinovic, vittoriosa su Scozia e Svezia.Faticano l'Inghilterra di Robson ed i Paesi Bassi di Beenhakker in un girone di estremo equilibrio (cinque pareggi), cogli inglesi, causa hooligans, confinati in Sardegna.
Esclusa la goleada dei cechi di Skuhravy sulla Costa Rica, tutte le partite ad eliminazione diretta si rivelano combattute ed alcune di estremo fascino per i valori tecnici o per la rivalità tra le squadre.
A Torino il Brasile centra due pali e controlla sul piano del gioco e delle occasioni la partita, ma l'Argentina lo colpisce nel finale coll'atalantino Caniggia, imbeccato da un marcatissimo Maradona; a Milano in una gara tesa e meno spettacolare rispetto ai presupposti (come fosse un vero derby meneghino), ricordata per lo sputo di Rijkaard a Voller, la Germania Ovest si impone su olandesi sottotono; a Verona la Spagna è battuta da due splendide giocate di Stojkovic e passa al supplementare di Bologna anche l'Inghilterra con una pregevole girata di Platt.

Milla
I quarti giocati a Napoli da un Camerun più che piacevole sono il nuovo confine del calcio africano: stavolta Milla (quattro reti totali) non riesce a sbloccare dalla panchina la situazione come aveva fatto contro la Colombia di un presuntuoso Higuita e del disciplinato tecnico Maturana, ma il 3 a 2 per i sudditi di Sua Maestà non fotografa esattamente quanto avvenuto in campo.A Firenze i rigori (nella serie sbagliano Stojkovic e Maradona) premiano Bilardo: l'infortunio di Pumpido ha rappresentato una carta vincente per i sudamericani, il cui numero dodici Goycochea rivelerà doti di pararigori.L'Italia gioca per l'ultima volta all'Olimpico e sempre il palermitano Schillaci offre i suoi occhi increduli all'esultanza dopo la rete ed alla trance agonistica: i verdi di J.Charlton, due anni prima approdati alla prima loro fase finale europea, sono comunque in partita, ben organizzati anche se un po' scolastici.
Schillaci

Le semifinali si risolvono ai rigori: come suggerisce Lineker (sua la decisiva doppietta di rigore col Camerun ed il momentaneo pareggio colla Germania Ovest a Torino), il calcio è quello sport dove alla fine vincono i tedeschi; invece a Napoli l'Italia è condannata dalla prima rete incassata nel torneo, non impeccabile l'uscita di Zenga su Caniggia.
Una brutta finale, quella che vede su un campo europeo protagonista una sudamericana dopo trentadue anni: fischi all'inno argentino e le prime espulsioni (Dezotti e Monzòn) in una finale iridata.
Decide nel finale un dubbio rigore trasformato da Brehme.
Le notti magiche restano però dentro.

Curiosità - Mauro Galvao è il libero che identifica la svolta tattica di Lazaroni, così epocale che sui tabellini distribuiti ai giornalisti accanto al nome viene scritto il ruolo; Maradona prima della semifinale a Napoli cerca il tifo partenopeo che un minimo si dividerà (dentro); Bora il giramondo guiderà cinque Nazionali ai Mondiali, a volte con risultati storici e passando comunque sempre agli ottavi (Messico, Costa Rica, Usa e Nigeria), eccezion fatta per l'ultima: la Cina.

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