venerdì 13 giugno 2014

Argentina 1978

Argentina 1978 (1-25 giugno) - Campione: Argentina
Formazione della finale: Fillol Olguìn Galvàn Passarella (c) Tarantini Gallego Ardiles (Larrosa) Kempes Bertoni Luque Ortiz (Houseman) – All.Menotti
Marcatori della finale: Kempes (A); Nanninga (P); Kempes (A) Bertoni (A)
Percorso dei vincitori: Argentina-Ungheria 2-1 Argentina-Francia 2-1 Argentina-Italia 0-1; Argentina-Polonia 2-0 Argentina-Brasile 0-0 Argentina-Perù 6-0; Argentina-Paese Bassi 2-1 (supplementare)
Piazzamenti: 2.Paesi Bassi, 3.Brasile, 4.Italia
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Kempes (6 reti)
Media reti: 2,68 a partita

Il Mondiale desaparecido: la Junta militare di Varela piega il Paese, ma all'estero deve essere trasmessa l'immagine della folla felice per i risultati dell'Albiceleste, di certo non quella della folla che protesta dinanzi la Casa Rosada o Plaza del Mayo.

Gauchito
Confermata la formula del doppio girone all'italiana, tra le Nazionali assenti la Cecoslovacchia di Panenka (inventore del 'cucchiaio' dal dischetto) e del portiere Viktor, eliminata dalla Scozia, l'Urss, a vantaggio dell'Ungheria e l'Inghilterra, vittima della differenza reti e degli azzurri.
Gauchito così conduce le finaliste al Mondiale che si disputa nella pampa e nell'inverno dell'emisfero australe.

Nei gironi prima vittoria iridata di un'africana: Tunisia batte Messico 3 a 1; significativo anche il pareggio nordafricano coi tedeschi occidentali.

La Nazionale semina in vista del raccolto di Spagna; Rossi (reti a palate tra Lanerossi Vicenza e Perugia) comincia a vestire i panni del Pablito nazionale, forse i livelli di gioco sono, nel loro insieme, anche migliori.
Ottimo il girone tra Mar del Plata e la Capitale: vittorie convincenti contro la Francia, quando dopo 44 secondi dall'inizio del Mondiale una splendida azione corale finalizzata da Lacombe gela gli azzurri (Bearzot incassa applaudendo, il 'senso' della sconfitta è addestrare lo spirito a fare meglio per ribaltare lo svantaggio di una partita, o per affrontare in modo migliore un nuovo incontro), l'Ungheria e la Selecciòn (pregevole combinazione tra le punte con rete di Bettega).
Dopo la gara inaugurale terminata senza feriti né reti, Germania Ovest e Polonia passano il turno a braccetto; il Brasile di Coutinho passa solo grazie alla vittoria nell'ultima giornata contro l'Austria di Krankl e Schachner, a danno della Spagna di Asensi.
In un girone dall'equilibrio sorprendente lottano per il passaggio al secondo turno Perù, Paesi Bassi e Scozia; Cubillas trascina i compagni al primato ed in un girone molto sudamericano (Argentina e Brasile), mentre gli uomini di Happel scivolano in quello tutto europeo: nell'ultimo turno eliminatorio i britannici sfiorano l'impresa, forse non credendovi appieno.
La Tartan Army si trova avanti 3 a 1, grazie alle reti di Dalglish e Gemmill, ad una sola lunghezza dal rendere miracolosa quella partita, a Mendoza.

L'Italia procede nel suo cammino positivo, pur se in calo fisico, ma non riesce a battere nella gara decisiva i Paesi Bassi, già superiori nelle sfide di qualificazione all'Europeo jugoslavo: il vantaggio su autorete di Brandts è annullato nella ripresa dalle reti dalla distanza dello stesso Brandts e di Haan.

Il portiere Quiroga, nato a Rosario e naturalizzato peruviano, difende i pali andini con bravura e spavalderia, sino al proprio, paradossale, déjà vu: servono quattro reti di scarto per eliminare i brasiliani e la Marmelada Peruana è servita col 6 a 0 che regola Coutinho ad un podio da imbattuto.

La corrida finale diretta da Gonella ha la sua sliding door nel palo di Rensenbrink che chiude i tempi regolamentari: poi dilagano Kempes e Bertoni (Fiorentina, Napoli ed Udinese negli anni successivi).
Kempes
L'Argentina ha messo in campo i sogni, come chiede regolarmente el Flaco Menotti ai propri giocatori, ma il clima circostante prefigurava questo esito Mondiale che gli azzurri hanno vissuto arrivando da Anni di Piombo: a poche settimane prima difatti risale il ritrovamento del cadavere di Moro.

Quiroga





Curiosità - Cruijff si chiama fuori dal Mondiale argentino dopo un tentato rapimento e per una condizione fisica imperfetta (non per un gesto politico di protesta); altri tiri da lontano mettono sulla graticola Zoff nella finalina (Nelinho e Dirceu); alla festa argentina, un riconoscimento per i grandi giocatori forniti al calcio mondiale da un Paese talora saccheggiato dai competitori, mancano la promessa Maradona, di lì a poco trascinatore al successo nella manifestazione iridata giovanile nipponica, e Carrascosa, terzino e leader del gruppo: prima del torneo sceglie di rinunciare alla maglia della Nazionale proprio per non essere correo di un successo della dittatura.

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