venerdì 23 maggio 2014

Italia 1934

Italia 1934 (27 maggio-10 giugno) – Campione: Italia
Formazione della finale: Combi (c) Monzeglio Allemandi Ferraris Monti Bertolini Guaita Meazza Ferrari Schiavio Orsi – All.Pozzo
Marcatori della finale: Puc (C) Orsi (I); Schiavio (I)
Percorso dei vincitori: Italia-Usa 7-1; Italia-Spagna 1-1, 1-0; Italia-Austria 1-0; Italia-Cecoslovacchia 2-1
Piazzamenti: 2.Cecoslovacchia, 3.Germania, 4.Austria
Partecipanti: 16
Capocannoniere: Nejedly (5 reti)
Media reti: 4,12 a partita

Chiama alla pugna Mussolini: la prima edizione iridata in Europa è l'occasione per intrecciare la gloria sportiva e la propaganda politica, il regime sovvenziona difatti la costruzione-riqualificazione di alcuni stadi che saranno teatro della manifestazione destinata ad aprire il filotto dell'alpino Pozzo, il solo allenatore a vincere due Mondiali, inframezzati dall'oro olimpico berlinese.
La struttura data al calcio italiano col campionato a girone unico dal '29-'30 ha rivelato per quanto riguarda il pallone un ruolo di aggregazione ed attrazione: il Mondiale viene raccontato dall'Eiar a nove Paesi ed in quattro lingue.

Zamora
Servono qualificazioni per l'accesso (Italia facile sulla Grecia) e prima presenza africana: l'Egitto.
Mancano, ricambiando il forfait azzurro precedente, i campioni uruguagi e gli argentini, indispettiti per essere stati privati di alcuni loro buoni elementi (tenderanno a convocare giocatori del solo campionato nazionale fino al 1970); appunto decisivo il contributo apportato da argentini quali Orsi e Monti, che con estro e senso della posizione brillano anche nel Quinquennio bianconero (dei torinesi, come spesso sarà, l'ossatura tricolore) che traghetta il pallone nazionale dal semiprofessionismo delle polisportive alla specializzazione del futuro: esenzioni militari, impieghi lavorativi, ingaggi sostanziosi (primo professionista è considerato il terzino sinistro Rosetta, trasferitosi dalla Pro Vercelli alla Juventus, ultimo gettone azzurro nella gara del debutto Mondiale); rovescio della medaglia: la corruzione (scudetto revocato al Torino per il caso Allemandi, una tentata combine col difensore della Juventus).
Sindelar


Orsi


La sfida più tosta è il quarto di finale contro la Spagna, giustiziere del Brasile 3 a 1, guidata dal mitico portiere Zamora: un incontro maschio a dir poco, col pareggio azzurro realizzato dopo un fallo di Schiavio sul portiere; a Firenze la ripetizione dopo ventiquattro ore costringe gli iberici a numerosi cambi, Zamora incluso.Non si sa se per infortunio, per pressioni extrasportive o per una sua contestazione dell'arbitraggio, ma l'Italia ha il lasciapassare per la semifinale: identica la sceneggiatura milanese, l'Austria di Sindelar e di Meisl (3 a 2 alla Francia, 2 a 1 all'Ungheria) è battuta di misura con un'azione viziata da un 
                                                               presunto fallo di Meazza su Platzer.
Puc (la maggioranza del tifo organizzato sugli spalti è, incredibilmente, cecoslovacca) ed Orsi (tiro dopo avere dribblato tre avversari) segnano nei minuti conclusivi della finale, il bolognese Schiavio nel supplementare certifica la vittoria fascista e consegna agli azzurri un appartamento ed una Balilla.

Curiosità - il primo brasiliano campione del mondo gioca nell'Italia: Filò, naturalizzato Anfilogino Guarisi; Sindelar si rifiuta di disputare nelle fila della Germania, che aveva annesso l'Austria, la successiva manifestazione iridata: lo troveranno senza vita per le esalazioni della stufa nella sua casa viennese, assieme alla compagna italiana; Orsi, prodotto dell'Independiente, inventore del ruolo del tornante, ama giocare con un jolly nei calzettoni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

grandi ragazzi