giovedì 15 novembre 2012

Rabbiosi Forlì


Ecco la storia del loro gruppo trainante,che non vedono molto bene l'uso di intenet:

Eccoci quà, finalmente ce l'abbiamo fatta ad avere il nostro spazio in questo mondo che è internet, un mondo che ci metterà in collegamento con tutti i tifosi che, come noi, amano il calcio e il grande Forlì! Siamo nati come gruppo nel dicembre 2003 per la voglia che ci ha uniti nel tifare la squadra della nostra città,una squadra che va sostenuta e aiutata sempre da uno spirito sportivo e unico che SOLO NOI TIFOSI possiamo trasmettere grazie ai nostri cori e alla nostra passione! Ci preme chiarire che i RABBIOSI ripudiano l'uso distorto di internet, dove chiunque può scrivere qualsiasi cosa, con qualsiasi firma; l'obbiettivo del nostro sito è quello di dare una maggiore visibilità al nostro gruppo. Pubblicheremo comunicati ufficiali, organizzeremo trasferte e faremo il materiale del nostro gruppo; quindi niente chat, forum, muri o cose simili.
L'UNICA COSA CHE VOGLIAMO, E' MOSTRARE A TUTTI IL NOSTRO AMORE PER IL FORLI' CALCIO!!!!

Curiosità:

I colori della maglia del Forlì Football Club sono il bianco e il rosso, a strisce verticali. I simboli sono il gallo e la caveja. I giocatori della squadra vengono chiamati i "Galletti" dal simbolo dello stemma della società.

La Caveja è considerata per eccellenza il simbolo della Romagna; questa parola dialettale proviene dalla tradizione contadina, ed indica un'asta d'acciaio saldata ad un apice ("pagella") decorata con anelli e immagini allegoriche. I simboli più diffusi, inseriti fra elementi decorativi, erano quelli del gallo, della mezzaluna, del Sole, dell'aquila e alcuni simboli cristiani, tra cui la Croce e la Colomba.Quando non esistevano i trattori, l'aratura veniva effettuata con i carri trainati dai buoi. I buoi erano legati attorno ad un grosso asse di legno, lungo alcuni metri: il timone. Nella parte finale del timone era piantato un bastone alto 70-80 cm in ferro battuto: la caveja.
I buoi (solitamente due) erano legati al timone, appaiati, e inoltre erano fissati al giogo. Quando il terreno era discendente, il carro acquistava velocità e la caveja andava a sbattere sul giogo. Il carro fermava così la sua corsa. La caveja impediva che il carro finisse addosso ai buoi e li colpisse nelle gambe. In questi casi, l'unica cosa che succedeva era che il giogo si sporgeva improvvisamente in avanti e colpiva le corna degli animali: nessun dolore. La caveja aveva la funzione di freno.
La caveja non era un oggetto "senz'anima": dotata di anelle leggere, il movimento dei buoi bastava a farle "suonare". Ma ciò avveniva solo se le anelle erano fatte di ferro battuto. Per questo i contadini apprezzavano molto le caveje realizzate da fabbri professionisti. Il suono delle migliori caveje si diffondeva attraverso i campi e si sentiva a lunga distanza.L'immagine della Caveja è nota a tutti i romagnoli, ma pochi sanno che cosa in realtà essa rappresenti. Con il passare del tempo, le forti tradizioni scaramantico-religiose fecero sì che la Caveja assumesse nella cultura popolare il ruolo di oggetto magico, con proprietà propiziatorie. Frequente era il suo uso infatti in rituali specifici – ad esempio – per scongiurare l'arrivo di temporali o altre intemperie, per proteggere i campi e il raccolto, per prevedere il sesso dei nascituri, per attirare o catturare le api, o perfino per liberare qualcuno che si ritenesse colpito da una "fattura"; inoltre veniva impiegata, sempre a fini propiziatori, nelle case degli sposi novelli. Durante la Settimana Santa, inoltre, gli anelli della Caveja venivano legati dal Giovedì fino al Sabato Santo, come avveniva per le campane delle chiese.

rabbiosiforlìaltervista.org/wikipedia

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