lunedì 15 dicembre 2014

Il dopopartita - Monza uno Arezzo uno

Viotti; Massoni, Briganti, Zullo; Anghileri, Perini, Hetemaj, Franchino; Foglio, Anastasi, Vita
Benassi; Villagatti, Panariello, Coppola; Brumat, Dettori, Gambadori, Millesi, Cucciniello; Montini, Erpen

Petrolio e neve, e nel bicchiere riverberano parole.
I sogni dell'estate, sfrontati al punto da sembrare grotteschi allorchè la realtà se ne è impadronita, al primo autunno.
Tragicommedia, Shakespeare in due atti: Stratford Upon Avon non è Perfida Albione?
Che atto sarà, il terzo made in England?
Intanto Monza e Arezzo scendono in campo forti di difese che colla Torres compongono il podio migliore; moduli lievemente sparigliati dai pendoli offensivi, ma nella sostanza orbitanti intorno l'estro della seconda punta (che faccia gioco, e concluda).

Il Monza parte bene, pressa e quando rincula, chiude a cinque: nei primi cinque minuti un paio di spioventi dalla fascia mancina di Foglio, il più continuo della prima frazione, mettono paura agli ospiti, in particolare il secondo, mancato in area piccola da Anastasi.
La risposta toscana è affidata a un pregevole esterno dalla destra di Erpen, col passare dei minuti più defilato rispetto al vigoroso Montini, mentre l'out di destra spetta per intero a Brumat.
Dopo una buona progressione di Foglio sono gli ospiti a tenere la palla una decina di minuti, affidandosi oltremisura a lanci lunghi: al 15' una nucata di Cucciniello su punizione di Erpen si deposita un metro a sinistra di un sorpreso Viotti e al 20' un affondo di Dettori sulla destra trova la respinta in due tempi di Briganti, meno compatto del solito; per i biancorossi una sola manovra di ampio respiro, quella che poco prima aveva portato vicino alla zuccata vincente (al solito controtempo, o in leggero fuori tempo) Hetemaj, che aveva avviato il giro-palla dalla destra, e poi Massoni, e poi Foglio.
Si chiamano Vita (quasi sempre in posizione centrale rispetto ad Anastasi) e Foglio le sicurezze offensive, tengono vivi palloni fuori misura, manipolano e calamitano le seconde palle, spingendo a sinistra; al 22' difficilissima (perchè di poco non rasoterra) parata di Benassi su conclusione di Foglio da venti metri e poco dopo due traversoni dello stesso ex reggino mancati da Anastasi.
Aretini arcigni dietro, due linee compatte nella propria trequarti, ma ariosi nell'uscire: le loro poche manovre sono però frutto di idee chiare, come il no look di Dettori che imbecca un tentennante Montini e la girata a tutta caviglia di Erpen, con Viotti che si supera al 34'.E' una parata andata a buon fine perchè impostata nei pensieri.
Da segnalare la crescita di Hetemaj, più alto di Perini, e lo scarso contributo offensivo dei laterali della mediana, mentre negli amaranto emergono Gambadori (per ordine) e Dettori (per tigna).

Secondo tempo meno spezzettato da un arbitro indisponente (Vita accusato di dubbia simulazione, a terra anche Erpen, sul netto rigore Millesi senza giallo), ma per mezz'ora quasi soporifero: a parte l'immediato tiro a lato di Perini e Massoni che al 10' soverchia Millesi (Benassi smorza in angolo), riempiono vuoto e mormorii i cambi Zigoni (seconda punta, Vita-Hetemaj interni) per Foglio e Bonvissuto per Dettori, e la suolata di Hetemaj a liberare il pallone in corridoio (azione che termina per lo scandinavo con giallo e pestone).
Se l'idea tattica era aggirare l'imbottigliamento centrale, è idea fallita: Anghileri e Vita al 15' concludono alto, Anastasi va di testa-spalla al 25'.
Alla mezz'ora la svolta: manata di Millesi su tiro dalla bandierina e rigore affidato alla sicurezza di Vita, per la terza giornata a segno.Cambio immediato Padulano-Coppola, pareggio immediato di Padulano: il diciassette chiude libero di piattone, eludendo un fuorigioco che scema in un tre contro uno.
Nel finale il massimo sforzo genera occasioni: un generoso Franchino, palleggiando di testa e crossando in corsa, racimola l'angolo prima di fare posto a D'Alessandro che, al termine di una pregevole triangolazione, trova una deviazione sul palo sinistro di Benassi.
Era l'ultimo assalto, dopo un clamoroso quattro contro uno pasticciato da Hetemaj e la buona idea di Zigoni a smarcare in offside Anastasi, prima di una velenoso ribaltamento ospite.

Parole banali, perciò scostanti: perchè non irradiare la prima ora di gioco del coraggio finale?
Visti gli obiettivi che si allontanano, l'impegno non deve essere solo applicazione: il cuore chiede libertà.
Ma si è giocato ancora a calcio, il Brianteo ha aperto ancora le porte ai dubbi dei tifosi, e per questo la fitta pioggerella che accompagna l'uscita sembra più lieve.
Già, ti accorgi che aveva accompagnato le ultime giocate.

Petrolio, e neve.
Sa di catrame, questa pioggia

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