Usa 1994 (17 giugno-17 luglio) –
Campione: Brasile
Formazione della finale: Taffarel
Jorginho (Cafu) Aldair Mauro Silva Branco Dunga (c) Màrcio Santos
Mazinho Zinho (Viola) Romàrio Bebeto – All.Parreira
Marcatori della finale: 0-0
Percorso dei vincitori: Brasile-Russia
2-0 Brasile-Camerun 3-0 Brasile-Svezia 1-1; Brasile-Usa 1-0;
Brasile-Paesi Bassi 3-2; Brasile-Svezia 1-0; Brasile-Italia 3-2
(rigori)
Piazzamenti: 2.Italia, 3.Svezia,
4.Bulgaria
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Salenko e Stoichkov (6
reti)
Media reti: 2,71 a partita
Il cane Striker accompagna tifosi e
qualificate alla scoperta dell'America per la prima manifestazione
iridata che assegna i tre punti per vittoria e che punisce col
cartellino rosso il fallo da ultimo uomo; le regole continueranno ad
essere modificate alla ricerca di un calcio più offensivo e
vendibile a spettatori e televisioni.I movimenti degli allenatori
sono confinati entro un'area tecnica ed i direttori di gara indossano
divise colorate.
Striker |
La frammentazione dell'Urss limita il potenziale tecnico della Russia, ma mette in campo altre Nazionali di discreto livello; lo stesso accadrà (con squadre di livello medio migliore) poi colla Jugoslavia, causa guerra civile esclusa dalle qualificazioni, dove a sorpresa sono eliminate Francia ed Inghilterra, i galletti di Houllier e di Cantona ad opera della Bulgaria di Kostadinov e di Stoichkov, i leoni di Taylor e di Gazza Gascoigne ad opera dei Paesi Bassi di Bergkamp, colla storica rete di Gualtieri incassata dopo otto secondi a San Marino.
I Blues (già presenti Blanc, Desailly
e Deschamps) si prenderanno la rivincita cogli interessi nella
manifestazione iridata parigina.
In Sudamerica l'Argentina soffre ed è
costretta allo spareggio contro l'Australia, nonostante la continua
vena realizzativa di Batistuta, stella viola; il Brasile perde la sua
prima gara di qualificazione in Bolivia.
L'Italia ha in panchina Sacchi, il
Profeta di Fusignano che, dopo la gavetta dei settori giovanili e
delle serie inferiori, è approdato al Milan di Berlusconi (giusto in
quell'anno diventato politico): dopo un inizio difficile coglie uno
scudetto inatteso grazie alla difesa, per poi primeggiare, a livello
di Club, sull'intera cartina euromondiale.
Milla e Salenko |
Un calcio esteticamente piacevole, fatto di intensità, movimenti imparati a memoria (il mister è così martello sul piano dell'applicazione da non venire alla lunga più seguito da giocatori tatticamente vessati e da cadere vittima di se stesso sul piano nervoso sul finire di carriera) e soprattutto di una mentalità offensiva che stravolge in meglio il pensiero tutto italiano della difesa per il pari fuori casa.
Il problema è che lo stesso Sacchi
considera altrettanto importanti per la riuscita di un progetto
sferico la fortuna e la pazienza: in Nazionale, cui approda con un
lauto stipendio dopo la mancata qualificazione del corregionale
Vicini all'Europeo di Svezia, la costruzione della squadra non può
avere ritmi quotidiani e la lotteria dei rigori non lo premierà,
anche se c'è da ammettere che le attese di gioco gradevole e
propositivo si vedono solo a sprazzi.
La differenza in meglio la fanno le
qualità individuali e gli azzurri del Mondiale le trovano in
R.Baggio, Pallone d'Oro dalle doti tecniche sopraffine, la cui
carriera è costellata da infortuni ed incomprensioni caratteriali e
tattiche cogli allenatori, Baresi, in campo per un'egregia finale a
breve distanza dall'operazione al menisco, e P.Maldini, loro sì, per
l'intera carriera, a livelli 'olandesi'.
La Germania regola 1 a 0 la Bolivia
nella gara inaugurale e nessuna Nazionale fa filotto.
Argentina, Belgio ed Italia passano nel
gruppo delle migliori terze; in particolare gli azzurri si imbattono
in un girone tiratissimo: sconfitta al debutto di New York dagli
irlandesi, l'Italia risorge in dieci (per sostituire con Marchegiani
l'espulso Pagliuca viene tolto proprio il Codino che difatti si
domanda in mondovisione se il suo allenatore abbia scelto la migliore
opzione) e deve aspettare i risultati degli altri gironi per dirsi
qualificata.
I russi eliminati, per sua fortuna,
dilagano sul Camerun.
Brillano la Romania di Hagi e l'Arabia
Saudita di Owairan, inseguito senza successo dai belgi per settanta
metri, le Aquile nigeriane (Amunike e Yekini su tutte) e la Svezia di
Andersson e di Brolin, con in porta il veterano T.Ravelli, in grado
di tenere testa al Brasile che Parreira ha impostato con un gioco
raccolto in funzione dei nanerottoli d'attacco: Bebeto (sua una delle
prime esultanze 'televisive', collettivo gesto della culla) e
Romàrio, istintiva e mortifera stella del Barcellona.
Il fantasista Raì, fratello di
Sòcrates, scivola lungo il cammino in panchina.
Si fa strada anche la Spagna, due anni
prima oro olimpico, di Hierro e di Guardiola, affidata da Clemente in
attacco a Caminero e Julio Salinas: netto 3 a 0 negli ottavi alla
solida Svizzera di Hodgson, futuro interista.
I tedeschi avanzano sul Belgio colle
reti di Klinsmann e di Voller, anche i rumeni (eliminati poi dagli
svedesi ai rigori) con un 3 a 2 si impongono sull'Argentina priva di
Maradona, trovato positivo all'antidoping per efedrina.
La sicura stella del torneo, la cui
presenza è stata sollecitata dai vertici della Fifa come elemento di
traino per il Mondiale in un Paese dove il soccer non ha mai
attecchito appieno, non può proseguire il suo cammino, così la rete
a chiudere il poker inaugurale ai debuttanti ellenici a suo modo è
il canto del cigno del napoletano di Vila Fiorita.
La sua presenza avrebbe probabilmente
portato la sua Nazionale più avanti; forse le sue abituali sparate
contro le baronie pallonare, stavolta a difesa dei colleghi costretti
a giocare in condizioni non ideali, gli tolgono una 'copertura' per
quanto riguarda le sostanze assunte per dimagrire.
Il Mondiale procede col freno a mano
inserito, le partite si disputano ad orari che non consentono un
adeguato recupero fisico a causa dell'umidità, specie sulla costa
orientale.
Se le regole di gioco pensavano di
favorire le reti e lo spettacolo (che, a ben vedere, non
necessariamente collimano), le regole televisive (a vantaggio del
pubblico europeo) fanno da antidoto.
Saltano anche i nervi: Leonardo espulso per gomitata a Ramos nell'ottavo cogli Usa (decide Bebeto), Zola termina i pochi minuti del suo torneo con un fallo di reazione (l'Italia rimonta grazie alla doppietta di R.Baggio la Nigeria), Tassotti rifila una gomitata a Luis Enrique nel quarto vinto 2 a 1 sugli iberici sempre a Boston.
Ai quarti il Brasile e sette europee:
la sola sudamericana prevarrà, onorando la memoria di Senna; Branco
su punizione (la sua specialità) chiude 3 a 2 la bella sfida di
Dallas coi Paesi Bassi, in semifinale solo al termine dell'incontro
Romàrio stende con un colpo di testa la Svezia in dieci.
Il Mondiale è vinto dagli 'scarti' del campionato italiano (Branco, Dunga, Màrcio Santos, Mazinho e Taffarel sono conoscenze del campionato italiano, ma non in formazioni con obiettivi di vertice) sull'Italia che voleva giocare offensivo, ma che non schiera nella finale di Pasadena alcuna vera punta, a detta di Bearzot.
Il Mondiale è vinto dagli 'scarti' del campionato italiano (Branco, Dunga, Màrcio Santos, Mazinho e Taffarel sono conoscenze del campionato italiano, ma non in formazioni con obiettivi di vertice) sull'Italia che voleva giocare offensivo, ma che non schiera nella finale di Pasadena alcuna vera punta, a detta di Bearzot.
Curiosità - Ronaldo è la promessa del
Cruzeiro, destinato ad infiammare l'Europa e le rassegne iridate
successive: nemmeno un minuto in campo, nonostante le aspettative dei
tifosi; prima finale ai rigori (Berlino rimetterà in parità il
bilancio degli azzurri); nel 6 a 1 della Russia sul Camerun Milla
realizza la rete più 'longeva' dei Mondiali e Salenko una cinquina:
nessuno vi era riuscito.
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