giovedì 26 giugno 2014

Usa 1994

Usa 1994 (17 giugno-17 luglio) – Campione: Brasile
Formazione della finale: Taffarel Jorginho (Cafu) Aldair Mauro Silva Branco Dunga (c) Màrcio Santos Mazinho Zinho (Viola) Romàrio Bebeto – All.Parreira
Marcatori della finale: 0-0
Percorso dei vincitori: Brasile-Russia 2-0 Brasile-Camerun 3-0 Brasile-Svezia 1-1; Brasile-Usa 1-0; Brasile-Paesi Bassi 3-2; Brasile-Svezia 1-0; Brasile-Italia 3-2 (rigori)
Piazzamenti: 2.Italia, 3.Svezia, 4.Bulgaria
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Salenko e Stoichkov (6 reti)
Media reti: 2,71 a partita

Il cane Striker accompagna tifosi e qualificate alla scoperta dell'America per la prima manifestazione iridata che assegna i tre punti per vittoria e che punisce col cartellino rosso il fallo da ultimo uomo; le regole continueranno ad essere modificate alla ricerca di un calcio più offensivo e vendibile a spettatori e televisioni.I movimenti degli allenatori sono confinati entro un'area tecnica ed i direttori di gara indossano divise colorate.
Striker

La frammentazione dell'Urss limita il potenziale tecnico della Russia, ma mette in campo altre Nazionali di discreto livello; lo stesso accadrà (con squadre di livello medio migliore) poi colla Jugoslavia, causa guerra civile esclusa dalle qualificazioni, dove a sorpresa sono eliminate Francia ed Inghilterra, i galletti di Houllier e di Cantona ad opera della Bulgaria di Kostadinov e di Stoichkov, i leoni di Taylor e di Gazza Gascoigne ad opera dei Paesi Bassi di Bergkamp, colla storica rete di Gualtieri incassata dopo otto secondi a San Marino.
I Blues (già presenti Blanc, Desailly e Deschamps) si prenderanno la rivincita cogli interessi nella
manifestazione iridata parigina.
In Sudamerica l'Argentina soffre ed è costretta allo spareggio contro l'Australia, nonostante la continua vena realizzativa di Batistuta, stella viola; il Brasile perde la sua prima gara di qualificazione in Bolivia.

L'Italia ha in panchina Sacchi, il Profeta di Fusignano che, dopo la gavetta dei settori giovanili e delle serie inferiori, è approdato al Milan di Berlusconi (giusto in quell'anno diventato politico): dopo un inizio difficile coglie uno scudetto inatteso grazie alla difesa, per poi primeggiare, a livello di Club, sull'intera cartina euromondiale.
Baggio e Taffarel

Milla e Salenko


















 Un calcio esteticamente piacevole, fatto di intensità, movimenti imparati a memoria (il mister è così martello sul piano dell'applicazione da non venire alla lunga più seguito da giocatori tatticamente vessati e da cadere vittima di se stesso sul piano nervoso sul finire di carriera) e soprattutto di una mentalità offensiva che stravolge in meglio il pensiero tutto italiano della difesa per il pari fuori casa.
Il problema è che lo stesso Sacchi considera altrettanto importanti per la riuscita di un progetto sferico la fortuna e la pazienza: in Nazionale, cui approda con un lauto stipendio dopo la mancata qualificazione del corregionale Vicini all'Europeo di Svezia, la costruzione della squadra non può avere ritmi quotidiani e la lotteria dei rigori non lo premierà, anche se c'è da ammettere che le attese di gioco gradevole e propositivo si vedono solo a sprazzi.
La differenza in meglio la fanno le qualità individuali e gli azzurri del Mondiale le trovano in R.Baggio, Pallone d'Oro dalle doti tecniche sopraffine, la cui carriera è costellata da infortuni ed incomprensioni caratteriali e tattiche cogli allenatori, Baresi, in campo per un'egregia finale a breve distanza dall'operazione al menisco, e P.Maldini, loro sì, per l'intera carriera, a livelli 'olandesi'.

La Germania regola 1 a 0 la Bolivia nella gara inaugurale e nessuna Nazionale fa filotto.
Argentina, Belgio ed Italia passano nel gruppo delle migliori terze; in particolare gli azzurri si imbattono in un girone tiratissimo: sconfitta al debutto di New York dagli irlandesi, l'Italia risorge in dieci (per sostituire con Marchegiani l'espulso Pagliuca viene tolto proprio il Codino che difatti si domanda in mondovisione se il suo allenatore abbia scelto la migliore opzione) e deve aspettare i risultati degli altri gironi per dirsi qualificata.
I russi eliminati, per sua fortuna, dilagano sul Camerun.

Brillano la Romania di Hagi e l'Arabia Saudita di Owairan, inseguito senza successo dai belgi per settanta metri, le Aquile nigeriane (Amunike e Yekini su tutte) e la Svezia di Andersson e di Brolin, con in porta il veterano T.Ravelli, in grado di tenere testa al Brasile che Parreira ha impostato con un gioco raccolto in funzione dei nanerottoli d'attacco: Bebeto (sua una delle prime esultanze 'televisive', collettivo gesto della culla) e Romàrio, istintiva e mortifera stella del Barcellona.
Il fantasista Raì, fratello di Sòcrates, scivola lungo il cammino in panchina.
Si fa strada anche la Spagna, due anni prima oro olimpico, di Hierro e di Guardiola, affidata da Clemente in attacco a Caminero e Julio Salinas: netto 3 a 0 negli ottavi alla solida Svizzera di Hodgson, futuro interista.
I tedeschi avanzano sul Belgio colle reti di Klinsmann e di Voller, anche i rumeni (eliminati poi dagli svedesi ai rigori) con un 3 a 2 si impongono sull'Argentina priva di Maradona, trovato positivo all'antidoping per efedrina.

La sicura stella del torneo, la cui presenza è stata sollecitata dai vertici della Fifa come elemento di traino per il Mondiale in un Paese dove il soccer non ha mai attecchito appieno, non può proseguire il suo cammino, così la rete a chiudere il poker inaugurale ai debuttanti ellenici a suo modo è il canto del cigno del napoletano di Vila Fiorita.
La sua presenza avrebbe probabilmente portato la sua Nazionale più avanti; forse le sue abituali sparate contro le baronie pallonare, stavolta a difesa dei colleghi costretti a giocare in condizioni non ideali, gli tolgono una 'copertura' per quanto riguarda le sostanze assunte per dimagrire.

Il Mondiale procede col freno a mano inserito, le partite si disputano ad orari che non consentono un adeguato recupero fisico a causa dell'umidità, specie sulla costa orientale.
Se le regole di gioco pensavano di favorire le reti e lo spettacolo (che, a ben vedere, non necessariamente collimano), le regole televisive (a vantaggio del pubblico europeo) fanno da antidoto.

Saltano anche i nervi: Leonardo espulso per gomitata a Ramos nell'ottavo cogli Usa (decide Bebeto), Zola termina i pochi minuti del suo torneo con un fallo di reazione (l'Italia rimonta grazie alla doppietta di R.Baggio la Nigeria), Tassotti rifila una gomitata a Luis Enrique nel quarto vinto 2 a 1 sugli iberici sempre a Boston.
Ai quarti il Brasile e sette europee: la sola sudamericana prevarrà, onorando la memoria di Senna; Branco su punizione (la sua specialità) chiude 3 a 2 la bella sfida di Dallas coi Paesi Bassi, in semifinale solo al termine dell'incontro Romàrio stende con un colpo di testa la Svezia in dieci.
Il Mondiale è vinto dagli 'scarti' del campionato italiano (Branco, Dunga, Màrcio Santos, Mazinho e Taffarel sono conoscenze del campionato italiano, ma non in formazioni con obiettivi di vertice) sull'Italia che voleva giocare offensivo, ma che non schiera nella finale di Pasadena alcuna vera punta, a detta di Bearzot.

Curiosità - Ronaldo è la promessa del Cruzeiro, destinato ad infiammare l'Europa e le rassegne iridate successive: nemmeno un minuto in campo, nonostante le aspettative dei tifosi; prima finale ai rigori (Berlino rimetterà in parità il bilancio degli azzurri); nel 6 a 1 della Russia sul Camerun Milla realizza la rete più 'longeva' dei Mondiali e Salenko una cinquina: nessuno vi era riuscito.

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