Argentina 1978 (1-25 giugno) -
Campione: Argentina
Formazione della finale: Fillol Olguìn
Galvàn Passarella (c) Tarantini Gallego Ardiles (Larrosa) Kempes
Bertoni Luque Ortiz (Houseman) – All.Menotti
Marcatori della finale: Kempes (A);
Nanninga (P); Kempes (A) Bertoni (A)
Percorso dei vincitori:
Argentina-Ungheria 2-1 Argentina-Francia 2-1 Argentina-Italia 0-1;
Argentina-Polonia 2-0 Argentina-Brasile 0-0 Argentina-Perù 6-0;
Argentina-Paese Bassi 2-1 (supplementare)
Piazzamenti: 2.Paesi Bassi, 3.Brasile,
4.Italia
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Kempes (6 reti)
Media reti: 2,68 a partita
Il Mondiale desaparecido: la Junta
militare di Varela piega il Paese, ma all'estero deve essere
trasmessa l'immagine della folla felice per i risultati
dell'Albiceleste, di certo non quella della folla che protesta
dinanzi la Casa Rosada o Plaza del Mayo.
Gauchito |
Confermata la formula del doppio girone
all'italiana, tra le Nazionali assenti la Cecoslovacchia di Panenka
(inventore del 'cucchiaio' dal dischetto) e del portiere Viktor,
eliminata dalla Scozia, l'Urss, a vantaggio dell'Ungheria e
l'Inghilterra, vittima della differenza reti e degli azzurri.
Gauchito così conduce le finaliste al
Mondiale che si disputa nella pampa e nell'inverno dell'emisfero
australe.
Nei gironi prima vittoria iridata di
un'africana: Tunisia batte Messico 3 a 1; significativo anche il
pareggio nordafricano coi tedeschi occidentali.
La Nazionale semina in vista del raccolto di Spagna; Rossi (reti a palate tra Lanerossi Vicenza e Perugia) comincia a vestire i panni del Pablito nazionale, forse i livelli di gioco sono, nel loro insieme, anche migliori.
Ottimo il girone tra Mar del Plata e la
Capitale: vittorie convincenti contro la Francia, quando dopo 44
secondi dall'inizio del Mondiale una splendida azione corale
finalizzata da Lacombe gela gli azzurri (Bearzot incassa applaudendo,
il 'senso' della sconfitta è addestrare lo spirito a fare meglio per
ribaltare lo svantaggio di una partita, o per affrontare in modo
migliore un nuovo incontro), l'Ungheria e la Selecciòn (pregevole
combinazione tra le punte con rete di Bettega).
Dopo la gara inaugurale terminata senza
feriti né reti, Germania Ovest e Polonia passano il turno a
braccetto; il Brasile di Coutinho passa solo grazie alla vittoria
nell'ultima giornata contro l'Austria di Krankl e Schachner, a danno
della Spagna di Asensi.
In un girone dall'equilibrio
sorprendente lottano per il passaggio al secondo turno Perù, Paesi
Bassi e Scozia; Cubillas trascina i compagni al primato ed in un
girone molto sudamericano (Argentina e Brasile), mentre gli uomini di
Happel scivolano in quello tutto europeo: nell'ultimo turno
eliminatorio i britannici sfiorano l'impresa, forse non credendovi
appieno.
La Tartan Army si trova avanti 3 a 1,
grazie alle reti di Dalglish e Gemmill, ad una sola lunghezza dal
rendere miracolosa quella partita, a Mendoza.
L'Italia procede nel suo cammino
positivo, pur se in calo fisico, ma non riesce a battere nella gara
decisiva i Paesi Bassi, già superiori nelle sfide di qualificazione
all'Europeo jugoslavo: il vantaggio su autorete di Brandts è
annullato nella ripresa dalle reti dalla distanza dello stesso
Brandts e di Haan.
Il portiere Quiroga, nato a Rosario e
naturalizzato peruviano, difende i pali andini con bravura e
spavalderia, sino al proprio, paradossale, déjà vu: servono quattro
reti di scarto per eliminare i brasiliani e la Marmelada Peruana è
servita col 6 a 0 che regola Coutinho ad un podio da imbattuto.
La corrida finale diretta da Gonella ha
la sua sliding door nel palo di Rensenbrink che chiude i tempi
regolamentari: poi dilagano Kempes e Bertoni (Fiorentina, Napoli ed
Udinese negli anni successivi).
Kempes |
L'Argentina ha messo in campo i sogni,
come chiede regolarmente el Flaco Menotti ai propri giocatori, ma il
clima circostante prefigurava questo esito Mondiale che gli azzurri
hanno vissuto arrivando da Anni di Piombo: a poche settimane prima
difatti risale il ritrovamento del cadavere di Moro.
Quiroga |
Curiosità - Cruijff si chiama fuori
dal Mondiale argentino dopo un tentato rapimento e per una condizione
fisica imperfetta (non per un gesto politico di protesta); altri tiri
da lontano mettono sulla graticola Zoff nella finalina (Nelinho e
Dirceu); alla festa argentina, un riconoscimento per i grandi
giocatori forniti al calcio mondiale da un Paese talora saccheggiato
dai competitori, mancano la promessa Maradona, di lì a poco
trascinatore al successo nella manifestazione iridata giovanile
nipponica, e Carrascosa, terzino e leader del gruppo: prima del
torneo sceglie di rinunciare alla maglia della Nazionale proprio per
non essere correo di un successo della dittatura.
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