Pelè |
Messico 1970 (31 maggio-21 giugno) –
Campione: Brasile
Formazione della finale: Félix Carlos
Alberto (c) Brito Piazza Everaldo Clodoaldo Jairzinho Gérson Tostao
Pelè Rivelinho – All.Zagalo
Marcatori della finale: Pelè (B)
Boninsegna (I); Gérson (B) Jairzinho (B) Carlos Alberto (B)
Percorso dei vincitori:
Brasile-Cecoslovacchia 4-1 Brasile-Inghilterra 1-0 Brasile-Romania
3-2; Brasile-Perù 4-2; Brasile-Uruguay 3-1; Brasile-Italia 4-1
Piazzamenti: 2.Italia, 3.Germania
Ovest, 4.Uruguay
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Muller (10 reti)
Media reti: 2,97 a partita
Probabilmente l'edizione più bella,
l'ultima che mette in palio la Coppa Rimet; il regolamento prevede
difatti l'assegnazione del trofeo alla squadra tre volte campione e
prima della finale si sa che qualcuno avrebbe messo definitivamente
in bacheca la coppa intitolata al transalpino guida della Fifa per
oltre un trentennio, essendo Italia e Brasile a due vittorie (altre
tre vittorie nella manifestazione iridata le portano in dote le altre
semifinaliste, Uruguay e Germania).
Due anni dopo le Olimpiadi in loco
passate alla storia per il pugno chiuso a rivendicare i diritti delle
minoranze, la preparazione ruota attorno la questione
dell'altitudine: aria rarefatta e minore dinamismo rallentano
l'ossigenazione sanguigna.
Sono i Mondiali dei cartellini colorati e della sostituzione a disposizione per quanto riguarda un giocatore di movimento.
Sono i Mondiali dei cartellini colorati e della sostituzione a disposizione per quanto riguarda un giocatore di movimento.
Juanito è la mascotte che accoglie i
tifosi al Mondiale messicano.
La supremazia di Pelè, icona di se
stesso (dai Cosmos alla Coca-Cola pubblicizzata nella successiva
manifestazione iridata), è fotografata dallo stacco su Burgnich
per impattare la rete del vantaggio nella finale; replica Bonimba e
la Nazionale azzurra regge bene per i due terzi dell'incontro,
allorchè prevalgono la stanchezza della semifinale e la classe dei
cinque numeri dieci avversari (Gerson regista verticalizzatore dal
San Paolo, Jairzinho ala di accelerazione dal Botafogo, Tostao
guizzante 'monetina' dal Cruzeiro, Rivelino mancino potente dal
Corinthians, e Pelè, dal Santos) orchestrati dal giovane volante
Clodoaldo.
Tanta bellezza per sedurre i 107mila
dell'Azteca ed una donna dalle ali dorate che dopo una dozzina di
anni verrà rubata e fusa a Rio de Janeiro.
Juanito |
Gara inaugurale a reti bianche: Urss e
Messico non si fanno male per poi passare il girone in carrozza.
Gli azzurri sono Campioni europei e
presentano il piede sinistro più famoso dell'epoca, un Rombo di
Tuono (otto reti nelle eliminatorie per il migliore goleador azzurro
di sempre a quota 33) che straripa nei quarti contro la Tricolor:
stavolta i metri di Toluca favoriscono gli uomini di Valcareggi,
abituati dal girone a giocarvi.
Didì, allenatore del Perù, cede ai connazionali nei quarti, dove l'Inghilterra, già priva di Banks, autore a Guadalajara di una parata leggendaria su incornata di Pelè, dissipa il doppio vantaggio con sostituzioni difensive che avallano la caparbia rimonta teutonica avviata da Beckenbauer.
Questi supplementari peseranno nelle
gambe tedesche contro l'Italia.
Semifinali spettacolari: Clodoaldo scuote il Brasile dal tarlo Maracanà (3 a 1 in rimonta sulla Celeste) e Schnellinger ha il merito di rendere infinita, in Italia e non solo, la notte dell'Azteca.
La partita più affascinante della
storia del calcio e perciò raccontata da film e libri, il
quattroatre con cinque reti supplementari, e Muller, e Rivera.
Zagalo guida una squadra costruita dall'irriverente Saldanha, arguto istrione in perenne diatriba cogli avversari, colla giunta militare al potere, colla stampa: solo vittorie nelle eliminatorie (idem nella fase finale), titolari annunciati due anni prima di affrontare la manifestazione iridata.
Sulla panchina brasiliana siede però
Zagalo, che ha il 'merito' di convocare Danilo, attaccante amato dal
presidente Medici (non disputa alcun minuto al Mondiale) e di essere
in primo luogo un gestore senza la popolarità del predecessore.
Banks |
Curiosità - in Colombia il furto di un
braccialetto ambienta per quattro giorni in prigione il ritiro di
Moore, libero grazie all'intervento del premier inglese; l'Italia
vince il suo girone con un unico gol firmato da Domenghini alla
Svezia, sembra prefigurarsi un'avventura in tono minore, quando alla
fine la contestazione verrà rivolta solo a Valcareggi (i sei minuti
concessi a Rivera sul 3 a 1 sanno di 'punizione' per il Pallone d'Oro
in carica) e Mandelli, dirigente federale; a segno in ogni partita
Jairzinho (sette reti, Pelè quattro, Rivelino tre, Tostao due e
Gérson una).
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