Italia 1990 (8 giugno-8 luglio) –
Campione: Germania
Formazione della finale: Illgner
Berthold (Reuter) Augenthaler Buchwald Kohler Brehme Hassler Matthaus
(c) Littbarski Klinsmann Voller – All.Beckenbauer
Marcatori della finale: Brehme (G)
Percorso dei vincitori: Germania
Ovest-Jugoslavia 4-1 Germania Ovest-Emirati Arabi Uniti 5-1 Germania
Ovest-Colombia 1-1; Germania Ovest-Paesi Bassi 2-1; Germania
Ovest-Cecoslovacchia 1-0; Germania Ovest-Inghilterra 4-3 (rigori);
Germania Ovest-Argentina 1-0
Piazzamenti: 2.Argentina, 3.Italia,
4.Inghilterra
Partecipanti: 24 squadre
Capocannoniere: Schillaci (6 reti)
Media reti: 2,21 a partita
Per la seconda volta l'Italia organizza
la manifestazione iridata: teatro delle notti magiche sono stadi
ampliati, se non nuovi (Bari e Torino), spesso oggetto di inchieste
che peraltro travolgeranno la Prima Repubblica negli anni a venire.
L'allampanata e rigida mascotte Ciao
accoglie nel Paese dell'arte e del buon cibo le qualificate, cui
mancano la Francia (eliminata da Jugoslavia e Scozia) e la Polonia
(passano nel suo girone Inghilterra e Svezia); qualificazioni
affannose per Germania Ovest ed Inghilterra, quest'ultima inviolata.
Ciao |
Si attende una grande gioia, dopo il
buon Europeo tedesco da parte della truppa di Vicini, vittima in
semifinale dell'Urss, sulla strada dello scioglimento in virtù della
politica di Gorbacev volta ad aprirsi al mondo occidentale con
glasnost e perestrojka.
Siamo alla vigilia dell'invasione del
Kuwait ad opera dell'Iraq, venti di guerra soffiano nel Golfo
Persico.
A Milano inizia la favola del Camerun, 1 a 0 di Oman-Biyik (poi alla Samp) all'Argentina nella gara inaugurale, nonostante i Leoni Indomabili chiudano in doppia inferiorità numerica.Gli africani vivranno un Mondiale a ritmo di makossa, grazie alla loro stella Milla (già ritiratosi dalla Nazionale e richiamato dai vertici della politica locale): per lui due Palloni d'oro continentali e due Coppe d'Africa, una discreta e lunga carriera nel campionato francese e la convocazione italiana quando sgambetta nell'isola di Réunion.
I gironi vedono un'Italia sugli scudi:
la squadra è cresciuta assieme dall'Under 21 ed è tanto solida
dietro quanto inventiva in avanti.Il campionato italiano dell'epoca è
affascinante e difficile, oltre che per le complicazioni tattiche
abituali dovute al buon livello degli allenatori, per la presenza
anche in formazioni medio-piccole di campioni stranieri, per non
parlare della coppia Maradona-Careca nel Napoli, del trio tedesco
Matthaus-Brehme-Klinsmann nell'Inter e di quello olandese
Rijkaard-Gullit-Van Basten nel Milan.
Destano impressione i panzer tedeschi
(4 a 1 ad una Jugoslavia imbottita di talenti giovani, poco prima di
cadere vittima dei nazionalismi etnici); buoni i gironi della Spagna
di Suarez (percorso parallelo a Vicini, i due protagonisti della
finale continentale giovanile prima di essere protagonisti colla
Nazionale maggiore) e del Brasile di Lazaroni (futuro viola), anche
se meno spettacolare del solito.In questo girone sorprende la
debuttante Costa Rica allenata dal giramondo slavo Milutinovic,
vittoriosa su Scozia e Svezia.Faticano l'Inghilterra di Robson ed i
Paesi Bassi di Beenhakker in un girone di estremo equilibrio (cinque
pareggi), cogli inglesi, causa hooligans, confinati in Sardegna.
Esclusa la goleada dei cechi di
Skuhravy sulla Costa Rica, tutte le partite ad eliminazione diretta
si rivelano combattute ed alcune di estremo fascino per i valori
tecnici o per la rivalità tra le squadre.
A Torino il Brasile centra due pali e
controlla sul piano del gioco e delle occasioni la partita, ma
l'Argentina lo colpisce nel finale coll'atalantino Caniggia,
imbeccato da un marcatissimo Maradona; a Milano in una gara tesa e
meno spettacolare rispetto ai presupposti (come fosse un vero derby
meneghino), ricordata per lo sputo di Rijkaard a Voller, la
Germania Ovest si impone su olandesi sottotono; a Verona la Spagna è
battuta da due splendide giocate di Stojkovic e passa al
supplementare di Bologna anche l'Inghilterra con una pregevole girata
di Platt.
Milla |
I quarti giocati a Napoli da un Camerun
più che piacevole sono il nuovo confine del calcio africano:
stavolta Milla (quattro reti totali) non riesce a sbloccare dalla
panchina la situazione come aveva fatto contro la Colombia di un
presuntuoso Higuita e del disciplinato tecnico Maturana, ma il 3 a 2
per i sudditi di Sua Maestà non fotografa esattamente quanto
avvenuto in campo.A Firenze i rigori (nella serie sbagliano Stojkovic
e Maradona) premiano Bilardo: l'infortunio di Pumpido ha
rappresentato una carta vincente per i sudamericani, il cui numero
dodici Goycochea rivelerà doti di pararigori.L'Italia gioca per
l'ultima volta all'Olimpico e sempre il palermitano Schillaci offre i
suoi occhi increduli all'esultanza dopo la rete ed alla trance
agonistica: i verdi di J.Charlton, due anni prima approdati alla
prima loro fase finale europea, sono comunque in partita, ben
organizzati anche se un po' scolastici.
Schillaci |
Le semifinali si risolvono ai rigori: come suggerisce Lineker (sua la decisiva doppietta di rigore col Camerun ed il momentaneo pareggio colla Germania Ovest a Torino), il calcio è quello sport dove alla fine vincono i tedeschi; invece a Napoli l'Italia è condannata dalla prima rete incassata nel torneo, non impeccabile l'uscita di Zenga su Caniggia.
Una brutta finale, quella che vede su un campo europeo protagonista una sudamericana dopo trentadue anni: fischi all'inno argentino e le prime espulsioni (Dezotti e Monzòn) in una finale iridata.
Decide nel finale un dubbio rigore
trasformato da Brehme.
Le notti magiche restano però dentro.
Le notti magiche restano però dentro.
Curiosità - Mauro Galvao è il libero
che identifica la svolta tattica di Lazaroni, così epocale che sui
tabellini distribuiti ai giornalisti accanto al nome viene scritto il
ruolo; Maradona prima della semifinale a Napoli cerca il tifo
partenopeo che un minimo si dividerà (dentro); Bora il giramondo
guiderà cinque Nazionali ai Mondiali, a volte con risultati storici
e passando comunque sempre agli ottavi (Messico, Costa Rica, Usa e
Nigeria), eccezion fatta per l'ultima: la Cina.
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