Cile 1962 (30 maggio-17 giugno) –
Campione: Brasile
Formazione della finale: Gilmar
D.Santos N.Santos Zito Mauro (c) Zòzimo Garrincha Didì Vavà
Amarildo Zagallo – All.Moreira
Marcatori della finale: Masopoust (C)
Amarildo (B); Zito (B) Vavà (B)
Percorso dei vincitori: Brasile-Messico
2-0 Brasile-Cecoslovacchia 0-0 Brasile-Spagna 2-1;
Brasile-Inghilterra 3-1; Brasile-Cile 4-2; Brasile-Cecoslovacchia 3-1
Piazzamenti:2.Cecoslovacchia, 3.Cile,
4.Jugoslavia
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Albert, Garrincha,
Ivanov, Jerkovic, Sanchez, Vavà (4 reti)
Media reti: 2,78 a partita
Si gioca in Cile, Nazione piccola e,
secondo un reportage che danneggerà la spedizione azzurra, poco
sviluppata: in realtà la manifestazione iridata sembrava destinata
all'Argentina, ma una indiretta sponsorizzazione brasiliana dirotta i
voti sulla candidatura andina.
Assente la Svezia, eliminata dalla
Svizzera, a molti indigesta ai tempi; anche la Francia non supera le
eliminatorie.
Come avverrà anche più avanti, le
europee non riescono ad alzare la Coppa Rimet nel continente
americano: stavolta il tentativo fallito è ad opera dell'Urss
Campione d'Europa del Ragno Nero Jascin, unico portiere insignito del
Pallone d'Oro, e delle Furie Rosse dell'architetto Suarez, private da
un infortunio della Saeta Rubia Di Stefano, il più grande giocatore
a non avere disputato neppure un minuto iridato, pur avendo militato
anche nell'Albiceleste.
Moreira, già sulla panchina brasiliana in Svizzera, deve fare sostanzialmente a meno di Pelè, azzoppato dai bulgari; lo sostituisce in modo efficace Amarildo, protagonista poi con Milan e Fiorentina, ma la differenza è, per i numerosi assist creati con una finta tanto naturale quanto assassina, Garrincha, ala anche nella vita.
Gambe storte (sei centimetri più corta
la sinistra, operato causa poliomelite), andatura zoppicante (il
nomignolo richiama il saltellare di una specie di passero della sua
terra), Manè ha la bossanova nei piedi, ancora prima di frequentare
la cantante Elza Soares.
Sfrenato al di fuori del campo,
alcolismo e 'poligamia' ne dissipano il meglio, come giocatore e come
uomo.
Gilmar |
La squadra sudamericana riprende
l'ossatura di Stoccolma, cambia la sola coppia centrale: Mauro
(libero)-Zòzimo.
Non è una formazione scintillante, ma
concreta.
N.Santos |
Buone le prestazioni di Spagna e Cile: il Mago Herrera guida il calcio tecnico e veloce della Roja, i cui leader sono Gento e Puskàs; oltre che personaggio dalla biografia romanzesca, da lui stesso romanzata, e straordinario motivatore, Helenio modernizza la figura dell'allenatore, dandole dignità professionale e retributiva.
A Vina del Mar, complice un arbitraggio
sfavorevole, però si afferma in rimonta il Brasile (doppietta di
Amarildo).
I cileni si impongono sugli azzurri
nella Battaglia di Santiago, gestita in modo casalingo dall'inglese
Aston: Ramirez e Toro, in forza poi al Modena, puniscono una squadra
ridotta in nove e piuttosto sfilacciata come gruppo, per la miope
politica federale che affida la parte tecnica ad una coppia: la
gloria Ferrari e Mazza, dirigente di Club.Oriundi quali Altafini e
Sormani non servono a granchè: a breve verrà addirittura il momento
di chiudere le frontiere.
Il Cile prosegue poi il cammino a
discapito della buona nazionale sovietica, le cui punte sono
Chislenko e Pondelnik.
Garrincha |
Garrincha schianta in semifinale i
padroni di casa: 4 a 2 ed espulsione nel finale, ma pressioni
politiche (del premier brasiliano e non solo, una vittoria
cecoslovacca sarebbe pure una vittoria di una Nazione comunista) gli
consentono la finale: lì non segna, ma decide lo stesso la rimonta
dei Campioni in carica, facilitata da un errore del portiere Scrojf.
Curiosità - Aston idea i cartellini che sanzioneranno con colori diversi la gravità dei falli di gioco; Gilmar è il solo portiere ad avere vinto due Mondiali; Zagallo alzerà la Coppa Rimet anche da allenatore, primato eguagliato da Kaiser Franz Beckenbauer.
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