Torno a scrivere su questo blog dopo oltre sei anni. Nel frattempo ho scritto qualcosa pubblicato da altre parti ma quello che segue non è un articolo pubblicabile. Da nessuno. Troppo lungo, troppo raccontato e troppo personalizzato. E’ solo uno scritto personale che vuole rimanere a ricordo di un’avventura sportiva e umana che risulta tutt’altro che normale. Lo scrivo per me e lo condivido con voi. Mettetevi comodi ma non troppo che altrimenti vi addormentate! E non preoccupatevi, se non arrivate in fondo non mi offendo.
L’uomo ricco
d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolori patì in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Sembra proprio un bel peccato di iattanza l’utilizzo dell’incipit dell’Odissea omerica per questa avventura in terra siciliana ma, al fine, penso possa risultare molto più attinente rispetto a molte altre citazioni possibili.
Dopo le trasferte di Bari, prima della stagione a cui non si poteva mancare e per la quale si è allungato anche il tragitto pur di portare con noi Andreadderoma, quella di Avellino, con la simpatica coincidenza di un concerto programmato dalla figlia molto tempo prima proprio per il giorno seguente a Caserta, quella infrasettimanale di Empoli, con una toccata e fuga in terra toscana, e quella di Frosinone, con ancora protagonista Andreadderoma con una fornitura per un esercito di pane e porchetta d’Ariccia, arriva una delle trasferte più “fighe” della stagione, quella di Palermo.
Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
A 1500 chilometri di distanza da casa, di martedì sera con la possibilità di programmare con certezza il giorno solo circa 3/4 settimane prima. Era ormai assodato, sarà la prima trasferta che salterà. Economicamente e logisticamente troppo complicato. Tra l’altro il giorno scelto dalla Lega di serie B non è un giorno a caso, è pure il giorno del mio compleanno. Ed è proprio per colpa di questa scelta della Lega che inizia la mia piccola odissea. Dovrei dire la nostra visto che sarò in compagnia delle figlie con anche l’apporto logistico della moglie e degli altri figli. Ebbene sì, la sera del lunedì mentre si era a tavola compaiono dei biglietti per il Renzo Barbera. Oltre a questi il resto della pianificazione logistica. Volo a partire da Malpensa intorno alle 8 di mattina, macchina a noleggio, albergo in centro a Palermo, volo di rientro per il mercoledì sera. Quindi, sveglia la mattina presto e via, veso Malpensa! Ma questa trasferta non s’ha da fare, come disse il Manzoni. A Capriate uno dei più classici incidenti sulla A4 ci fa ritardare di oltre due ore e quando siamo quasi nei pressi di Malpensa l’aereo era già in decollo.
Non siamo molto in anticipo, vediamo la fine del riscaldamento delle squadre e vediamo lo stadio riempirsi. Tra primo e secondo tempo il tabellone elettronico ci dirà che la presenza di spettatori oltrepassa i 26mila spettatori. Una vera marea di gente per la serie B. Ci si guarda in giro e si salutano tutti gli amici. Di molti non si conosce manco il nome ma ci si vede sempre. Sempre sui gradoni. Ogni santissima settimana. E’ questo lo stadio, si è amici anche senza conoscersi davvero. Già prima dell’inizio si vedono partire dalla curva nord, quella dei tifosi palermitani più organizzati, dei bagliori generati da laser luminosi con almeno tre punti di origine. Ad inizio gara pare che Thiam si sia lamentato con l’arbitro per questa cosa ed anche lo speaker del Barbera ha letto almeno tre volte dei comunicati proprio per ricordare che l’utilizzo di questi espedienti viene punito severamente dalle leggi. Già dopo il primo annuncio sembra che tutto sia stato risolto con solo qualche sporadica apparizione. Probabilmente anche l’intervento di qualche steward ha portato tutti a più miti consigli.
Tra la fine del riscaldamento e l’inizio della gara la tensione nelle nostre fila è palpabile. Si spera tutti, come sempre, ma si rimane schisci “speriamo almeno in una buona prestazione”. D’altronde avremo di fronte il Palermo. Non c’è uno, tra gli addetti ai lavori o meno, che quando gli sia stato chiesto ad inizio campionato chi sono le favorite per la promozione non abbia citato la capitale della Trinacria. Il Monza qualcuno l’ha inserito perché appena retrocesso ma il Palermo non l’ha dimenticato proprio nessuno. E se i pronostici sono fatti per venire smentiti rimane il fatto che la rosa siciliana e lo staff tecnico messo a disposizione del City Group sono assolutamente in grado di farli rispettare.
Ed è nei primi dieci/quindici minuti che il Monza testa sulla propria pelle cosa significa giocare al Barbera. Un tifo assordante, un pubblico caldo che spingono i calciatori a dare il massimo con una partenza aggressiva. Ma i nostri non danno mai l’impressione di essere realmente in difficoltà. Controllano. Studiano. Si posizionano. Provano soluzioni. Anche se il campo è in mano avversaria non c’è paura né soggezione. Un cross sporcato con la coscia/sedere da Azzi è il primo sussulto della gara ma anche in quel caso risulta tutto fortuito ed è solo la dimostrazione che il Monza è concentrato. Tanto che è lo stesso Azzi a provare a mettere in mezzo per Mota dall’altra parte e questo viene anticipato solo all’ultimo millesimo di secondo. La parata di Thiam sulla palla rubata da Diakitè a Mota è ancora una volta solo il segnale che la squadra gioca a tutto campo. Mota che torna sull’esterno della nostra area di rigore…Keita ubriaca Diakitè, che in fase difensiva non risulta così efficace, e mette in mezzo un pallone stupendo sul quale Obiang si avventa e solo un grande intervento di Joronen nega il gol al nostro. Ma vi invito ad andare a guardare quell’azione, Obiang arriva sulla palla e tira ma contate quanti dei nostri sono dentro all’area con lui e guardate come sono ben disposti a riempirla. Keita avrebbe avuto diverse soluzioni e per ognuna di queste avrebbe trovato un compagno. Un’azione confezionata da grande squadra. E tutto ciò diventa il preludio all’assist in profondità di Obiang per Mota che anticipa bene il movimento del difensore polacco Peda. Tenendo sulla corsa con quell’anticipo, nonostante qualche spinta di fisico del difensore, arriva fin quando Joronen non gli si piazza davanti e lui, senza perdere velocità, lo salta e deposita in porta nonostante Peda non molli e cerchi di rientrare. Joronen non impeccabile? Per me rimane una grande azione di Dany che con quell’anticipo sul filo del fuorigioco (possiamo dire alla Pippo Inzaghi?) aveva già segnato almeno mezzo gol.
La nostra abbondante centuria di tifosi ha cantato tutto il primo tempo. Ha supportato la squadra in continuazione anche se, probabilmente, i cori si sentivano solo nella parte più vicina del campo ma quando è entrato il pallone il Barbera si è quasi ammutolito e l’urlo della Pieri si è sentito. Eccome se si è sentito. E’ bastato poco ai tifosi palermitani per riprendersi ma il gol ha fatto male. Alla squadra in campo ma anche ai tifosi sugli spalti. Noi continuiamo forte anche perché Mota ne sfiora un altro di gol, di testa su corner, ma l’entusiasmo di tutti si tranquillizza quando l’arbitro decide di chiudere le ostilità per il primo tempo. Sui nostri gradoni sono tutti esterrefatti dalla prestazione vista in campo. Nessuno può davvero credere a quello che sta succedendo. Un Monza volitivo e concreto al Barbera che è in vantaggio (in maniera assolutamente meritata). Qualcuno venga a svegliarci perché questo è un sogno.
Si ricomincia. Il tifo riparte subito con convinzione così
come i calciatori in campo. Almeno quelli brianzoli. Impiegano poco a
raddoppiare con un cross pennellato sul secondo palo dove Izzo si fa trovare
preparato e chiude con un colpo di testa deciso e preciso. Anche in questo
caso, cinque dei nostri pronti sul filo del fuorigioco aspettando il cross.
Questo significa essere concentrati, non solo preparati. Ma è nel dettaglio
delle seconde palle o dei contrasti che si vede un Monza aggressivo e capace di
recuperare tanti palloni e ripartire. Non ho guardato le statistiche ma, ad
occhio, ci sono stati fischiati molti più falli per aggressività ma abbiamo
anche vinto molti più contrasti che ci hanno dato la possibilità di ripartire.
Ma tornando ai nostri tifosi, il gol di Izzo ha trasformato quello che era un semplice sogno destinato ad essere dimenticato dopo il risveglio, in una “solida realtà”. Bello il segnale del festeggiare tutti insieme. Bello il festeggiare rivolgendosi a quei 150 piccoli Ulisse dopo aver chiesto più volte (Keita soprattutto) il nostro incitamento. Bello vivere una serata così, madida di sudore e di intense emozioni. Ma non è finita. Ragazzi, c’è praticamente ancora un tempo da giocare. E il Palermo si dimostra squadra che non molla. Vero che i pericoli creati sono concretamente pochi ma noi iniziamo a far fatica fisicamente ed uscire dalla nostra metacampo diventa complicato. Ma sono quelle due/tre azioni dove con diversi passaggi ad un tocco che ci permettono le uscite dal basso senza correre rischi e che ci permettono di tornare a mettere in apprensione la retroguardia avversaria creando sicurezza e certezze nei nostri mezzi. Con l’andare dei minuti il pubblico palermitano inizia a crederci meno. Solo gli ultras, anche quelli della sud, non smettono di incitare costantemente i loro calciatori. Anche noi non siamo da meno e sulle ali dell’entusiasmo si spinge fino al limite della propria voce.
Personalità e mestiere, questo portano in campo i nostri undici nel finale di gara. Quando c’è da controllare la palla, lo si fa. Quando è meglio spazzare, si spazza. Se c’è da rimanere sulla bandierina e sgonfiare il pallone, ci si prova. Ma loro non mollano. Il doppio svantaggio non li ferma e dall’allenatore, che prova a mettere in campo tutto quello che ha di offensivo, agli undici in campo non ce n’è uno che tira indietro una gamba su un contrasto. E’ battaglia vera fino all’ultimo secondo. Già, l’ultimo secondo. Azzi qualche minuto prima si è fatto ipnotizzare da Joronen tirandogli addosso. Qualche secondo dopo Brunori calcia alto probabilmente l’occasione migliore creata dai palermitani. Ed infine Azzi… Con le ultime energie rimaste si mette in testa di voler fare ancora uno scatto coast to coast per provare a chiudere definitivamente la sfida e ci riesce. Sembra dover cadere da un momento all’altro per la stanchezza ma invece arriva fino alla riga dell’area dove fa esplodere il destro infilando Joronen per la terza volta. Un gol che fa esplodere il nostro settore ed è il momento in cui i nostri, sia in campo che sugli spalti, s’impadroniscono dello stadio consci che ormai l’impresa la si può considerare portata a casa. Il tempo di tornare a metacampo dopo i lunghi festeggiamenti e l’arbitro chiude la gara. Partono i fischi per i palermitani ma non dalle curve che, nonostante i risultati delle ultime gare, sembrano sostenere ancora i propri ragazzi. E’ anche un modo per riconoscere la forza dell’avversario che in questo caldo martedì sera di fine ottobre è stato superiore. Siamo stati superiori.
Si fa fatica a lasciare lo stadio. Non per problemi logistici ma perché non si vuole abbandonare l’emozione non solo per la vittoria ma per la grande serata di calcio espressa dai nostri. Ci si saluta con i tifosi avversari perché, in fondo, noi abbiamo cantato per noi e loro per loro. Nessun coro contro tranne qualche piccolo episodio riducibile alla normale stupidità umana. Il rispetto per i sacrifici e la passione degli avversari viene sempre prima di tutto. Restiamo nel retro dello stadio per un po’ in attesa del via libera da parte delle forze dell’ordine e nel mentre si canta “amici miei”. Fratellanza. Amicizia. “Pochi e veri amici miei”. Solidarietà. “Mai da solo in mezzo ai guai”. Ci si rende conto di non essere parte di una folla quasi oceanica come le trasferte “fighe” in serie A ma così è più bello. Siamo noi. Siamo i monzisti.
L’uscita è tranquilla ed il vagare di notte in macchina per le strade di Palermo quasi deserte risulta anche piacevole. Se non fosse per il fatto che il navigatore si incaponisce a farci percorrere strade chiuse o addirittura inesistenti per raggiungere l’albergo in un certo città pieno di viali che si incrociano con stradine da borgo medievale. Ad un certo punto decidiamo di parcheggiare in una piazza ed andare a piedi in albergo che troviamo dopo una rampa di scale. Il tempo di fare il check-in, riporre i bagagli e via, a passeggiare per strada con tant
i negozi che vendono le più svariate cibarie. Ho un solo obiettivo a questo punto e questo si chiama “arancina”! Un’arancina al ragù ed una alla carbonara (Andreadderoma mi perdonerà?) con birra “Palermo” autoctona. Si rientra ed alle 2 di notte si fatica a prendere sonno nonostante la stanchezza. Non è da escludere che abbia contribuito anche l’effetto karaoke che arrivava dalle finestre. Il giorno dopo è il giorno dopo. Colazione in albergo e poi via per la città. Siamo in mezzo alla settimana quindi niente turismo ed il caos è molto limitato. La visita alla città è piacevole con una temperatura realmente fuori dal tempo se pensiamo che un paio di giorni prima a casa non si arrivava alla seconda cifra sul termometro mentre qui non si è mai arrivati sotto i 15/16 gradi. Non abbiamo organizzato nulla. Solitamente prima di partir
e per una trasferta del genere ci si informa sul luogo, su cosa andare a vedere, come sia meglio girare la città ma stavolta no. Andiamo “a sentimento” affidandoci anche al navigatore che ci porta a vedere le bellezze della città con tutti i suoi contrasti. Piazze immense e ben mantenute, palazzi imponenti che dominano piazze e giardini fino ad arrivare a vicoli angusti, stretti, malandati. C’è da dire che, però, ovunque si trova qualche accenno alla passione calcistica. Dai panni stesi ai bambini in divisa alle magliette indossate o ai negozi che vendono souvenir rosanero di ogni genere. Una passione che invade anche i turisti infatti non è difficile incontrare stranieri con un cappellino, una sciarpa o una maglietta. Sono sorpreso. Sono meravigliato in fondo. Palermo ti strega. Ti avvolge e ti coccola da turista ma senza essere invadente. Apparentemente se ne frega della tua presenza ma fa in modo che tu possa comunque trovare quello che cerchi. E nonostante la sua non invadenza, ti controlla. Palermo.
Pomeriggio alla spiaggia di Mondello. Non si può non passare da Palermo senza fare un salto a Mondello. Soprattutto in una giornata di fine ottobre che somiglia, climaticamente, ad una qualsiasi giornata di giugno/settembre sulla riviera romagnola. Le figlie, come molti altri, fanno pure il bagno in mare! Non riesco a descrivere il luogo. E’ un luogo da vedere ed ammirare. Quello che si nota maggiormente è come i palermitani si siano impossessati nuovamente di un luogo che nelle mire ottocentesche dove essere un luogo di turismo d’èlite. Lo stile per lo più liberty delle strutture che circondano la spiaggia, tra queste anche quello che dove essere la struttura balneare più importante costruita su palafitte di cemento in mezzo al golfo, non fa altro che rendere questo luogo unico.
Infine si torna in aeroporto nel tardo pomeriggio. Qualche ora di attesa ma questa volta fila tutto liscio ed il viaggio di ritorno ad Itaca sarà più semplice. Anche se passare dai 25/26 gradi di Mondello alla decina, forse meno, di una giornata piovosa in quel di Bergamo non è così semplice. Ma non ci facciamo così caso. Continua a scaldarci il ricordo di una bella gita in una città che non conoscevamo e che ci ha in qualche modo stregati. Beh, ha dato un bel contributo anche il ricordo di un’impresa calcistica che non dimenticheremo molto facilmente.
In chiusura, troppo lungo e troppo noioso pertanto è dovuto un ringraziamento a chi è arrivato si qui a leggere. Un saluto a chi ha vissuto con noi la trasferta di Palermo rendendola unica. Un saluto anche a chi era a casa e ci ha accompagnato in maniera virtuale durante il viaggio. Inoltre, per gli Amici che non si sono addormentati prima di arrivare qui, sono certo che avrete notato la parola più esotica dell’articolo, parliamone!Però non posso non chiudere ringraziando la mia famiglia per avermi regalato un compleanno così movimentato come non lo vivevo da… Beh, dai, mai vissuto! Con tanto di uno 0-3 come ciliegina sull’arancina!


1 commento:
Bellissimo.
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