Fonte Vicenzapiù |
Si legge sull'encicopledia Treccani che l'aggiotaggio è un «delitto commesso da chiunque diffonde notizie false o pone in essere operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione di strumenti non quotati, né in corso di quotazione (art. 2637 c.c.)» e c'è chi a Vicenza livello di ipotesi di scuola si pone la domanda se non si stia configurando qualcosa di simile per le trattative-non trattative per la ormai molto ipotetica cessione del Vicenza Calcio.
La società per azioni di via Schio da anni soffre per «operazioni» non si sa quanto «simulate», ma di certo «artificiose» fino ad oggi almeno, a una sola settimana circa del d-day del 16 luglio quando sarà dentro la Lega Pro o fuori, col conseguente fallimento di oltre cento anni di storia biancorossa più che del club con l'attuale, indefinita proprietà, che fa capo alla fiduciaria Pannorica e che nell'ultimo quasi decennio di vita ha liberato i tifosi dalla "odiata" ma più che presentabile proprietà inglese per far loro addirittura sognare una ancora più indefinita e indefinibile proprietà kosovaro-camerunense pur di non vedere cancellate le maglie biancorosse da uno straccio di campionato che conti. E meno male che il Vicenza Calcio, dicono i tecnici di borsa e la Treccani, non è quotato altrimenti quell'ipotetico "delitto" di aggiotaggio assumerebbe «la fattispecie di manipolazione del mercato di cui all'art. 185 del d. lgs. n. 58/1998 (Testo unico finanziario)».
Comunque ad oggi le trattative-non trattative, di Preto-Cassingena-Cunico indistintamente, che comunque difficilmente porteranno i sempre più fantomatici compratori ad «alterare» al rialzo, rispetto allo zero attuale, le loro più volte urlate offerte, mai ad oggi concretizzatesi, hanno sempre e finora portato al proscenio comparse periodiche di avatar di aspiranti patron, che si chiamassero Esposito o Massone o che assumano le sembianze virtuali di Mehmeti e Mbock, forse più adatti a fare da coperture "pagate" (non abbastanza da far saltare l'accordo fatto e mai concretizzato?) di chissà quali proprietari che non da pagatori di quote del Vicenza Calcio.
E mentre i primi creditori, come la Helyos spa bussano alla porta del tribunale per esigere i loro crediti, sarebbe indispensabile che qualcuno credibile, magari con la supervisione della Banca Popolare di Vicenza, sponsor e creditore -finanziatore con un'anima vicentina, mettesse tutti intorno a un urgente tavolo, da ultima spiaggia ma, perciò, necessariamente pubblico e trasparente, per far capire ai tifosi e a qualche imprenditore locale disposto a entrare con qualche euro vero e fresco o a convertire i propri crediti, se la Pannorica vuole veramente cedere il club. O solo chiuderlo, ora che è spremuto.
L'appello ormai è senza ulteriore ... appello.
Nessun commento:
Posta un commento