Gli Ultras a Carpi nascono alla fine degli anni 70 e precisamente nel 1979, in contemporanea con la partecipazione della squadra al campionato di serie C appena conquistato. Il primo gruppo Ultras carpigiano si chiama Panthers e si ritrova nella curva nord dello stadio Cabassi, dietro uno striscione con due strisce bianche e rosse orizzontali con sopra la scritta in nero. Lo compongono alcune decine di giovani ragazzi galvanizzati per la promozione della squadra della propria città, ed il nucleo centrale del gruppo si ritrova al Bar Gorizia nella zona sud di Carpi.
Mentre il campionato 1978/79 va abbastanza bene e la squadra si piazza a metà classifica gareggiando in un campionato difficile in cui si cimentano squadre di tutto il nord Italia dal Bolzano alla Pro Patria, dalla Mestrina alla Pro Vercelli, l’anno successivo arriviamo ultimi con l’amara conseguenza della retrocessione in serie D, resa ancor più bruciante dal fatto che gli odiati cugini del Modena vincono il campionato salendo in serie B.
Da questa retrocessione l’A. C. Carpi ci mise quasi 10 anni a riprendersi, militando nel limbo dei dilettanti fino al 1988!!!! Per il movimento ultras a Carpi, appena nato, furono anni durissimi, perché certo la serie D, poi chiamata Interregionale dal 81/82, non proponeva particolare attrattiva od interesse. Comunque a Carpi gli ultras sopravvivono anche se non sempre con continuità, infatti immancabilmente la squadra tutti gli anni arriva seconda o terza, sempre a un passo dalla promozione. In quel periodo ci si ritrova per sostenere i colori biancorossi, prima con il nome di Ultras Carpi e poi dietro lo striscione Gioventù Biancorossa, quantomeno nei momenti topici della stagione o nelle partite più importanti, assistendo sconsolati tutti gli anni alla promozione di squadre come la Centese (82/83), Virescit Bergamo (83/84), Orceana (84/85), Suzzara (85/86), Sarzanese (86/87) e Cecina (87/88).
Sono anni bui dove i tanti ragazzi di Carpi si organizzano cercando qualcosa di meglio dello squallido Interregionale e seguendo la logica della rivalità storica e secolare con Modena si dividono letteralmente in due gruppi, quelli che seguono il Bologna e quelli che seguono la Reggiana, squadre vicine ed entrambe con una forte rivalità per il Modena, militanti in quegli anni tra la serie B e la C.
Risalgono alla metà degli anni 80 infatti la nascita dei Forever Ultras sezione Carpi e del Mucchio Selvaggio Carpi, rispettivamente tifosi di Bologna e Reggiana. Il fatto poi che tali tifoserie fossero ai tempi gemellate, non faceva altro che incoraggiare i ragazzi di Carpi a tifare Bologna o Reggiana, soprattutto negli elettrizzanti derby col Modena, quando decine e decine di carpigiani scendevano al Braglia coi colori rossoblu o granata, mentre ben pochi sono quelli che, sfidando la storica rivalità, prendono a parteggiare per la squadra gialloblu per i quali Carpi da sempre rappresenta una città ostile.
Contemporaneamente a Carpi altri sport attirano però l’attenzione dei ragazzi, soprattutto la pallavolo, sia femminile (Goldoni) che maschile (Steton). Attorno a quest’ultima realtà in particolare si stringono i carpigiani, infatti i biancoverdi, incitatati dai Teddy Boys, per due anni lottano in un palazzetto stracolmo di gente per salire dalla A2 all’A1 e battersi con i modenesi della Panini, pur senza riuscirci. Nella seconda metà degli anni 80 anche il basket con la Scat attira gente al palazzetto e ancora si ricordano i tafferugli con i padovani, così come altre gazzarre ci furono a Imola con la Goldoni e in numerose partire della Steton, coi mantovani prima di tutto. Purtroppo dopo quelle poche emozionanti stagioni mai un altro sport di squadra diverso dal calcio arrivò a tanto.
Tornando al caro AC Carpi, perennemente secondo, si ricordano in quegli anni le trasferte a Cento e soprattutto a Suzzara, dove una storica rivalità sfociava sempre in tafferugli, fino alla grande trasferta di Sarzana con oltre 200 carpigiani al seguito. Anni lontani in cui gli ultras a Carpi si ritrovavano anche al Bar Stadio ed alla paninoteca Boomerang, organizzando coreografie con pochi mezzi e tanta inventiva, quale per esempio l’utilizzo degli estintori come fumogeni.
Arriviamo all’estate del 1988 e qualcosa succede, infatti dopo l’ennesimo campionato conclusosi al secondo posto, veniamo ripescati in C2, notizia che la città apprende con grande entusiasmo. Questo porta ad un fiorire di gruppi e compagnie che si avvicinano allo stadio Cabassi ed ai colori biancorossi, finalmente militanti in un campionato professionistico con squadre di rango
Il campionato di C2 del 1988/89, anticipato da una Coppa Italia in cui giochiamo contro la Reggiana, sarà una cavalcata trionfale verso la C1, fatta da una squadra messa insieme velocemente ed affidata a mister Tomeazzi. Lo stadio si riempie di gente, alcune trasferte sono riuscitissime e restano memorabili come i 3 pullman di Novara, le invasioni di Suzzara e Sassuolo, la doppia ripetizione della partita di Telgate, e poi Ravenna dove nasce un’amicizia.
In quell’indimenticabile 1989 nascono molti gruppi: i ragazzi del Super bar, della Tilt e della Seven Up si avvicinano al Carpi, dimenticando rancori e rivalità dietro nomi come: Guidati dal lambrusco, Orgasmo biancorosso, Fedayn, i Boys del bar Dorando e gli Hooligans del bar Roma; quelli del Mucchio Selvaggio abbandonano il Mirabello con un nuovo enorme striscione bianco con scritta rossa. Vedere il nome della squadra della propria città sulla schedina, o letto a 90° minuto o alla Domenica sportiva è qualcosa di eccitante e di mai provato, cosi come la festa promozione in C1 in casa col Varese (anche se matematicamente già acquisita) diventa uno spettacolo per tutta la città, con caroselli di auto e festa che parte da un Cabassi la cui curva nord è completamente coperta da un enorme striscione "Forza magico Carpi".
In questa stagione si gettano le basi per la fondazione del movimento ultras a Carpi, infatti per i successivi 14 anni mai l’apporto dei ragazzi è venuto meno per i colori biancorossi, anche se la ricca Carpi non sempre ha mostrato grande attenzione per la squadra.
La promozione in C1, evento incredibile solo pochi mesi prima sveglia tutta la città, tanto che viene costruito di fronte alla tribuna centrale ed alle laterali in legno una tribuna a gradoni (settore distinti) in prefabbricato, che porta la capienza del vecchio Cabassi a 6.000 posti, consoni per la nuova categoria dove il Carpi incontrerà gli odiati cugini del Modena.
Il derby casalingo si disputa infatti nell’ottobre del 1989 davanti a un tutto esaurito che mai si era registrato e finisce, dopo un tifo indiavolato di una straripante curva nord, con un giusto pareggio, ma non prima che il portiere del Carpi abbia parato un rigore ai lanciatissimi modenesi, che saranno poi promossi. Il primo campionato di C1 è indimenticabile, sia per il tifo, che viene organizzato in prevalenza dal Mucchio Selvaggio, che per il comportamento della squadra, piazzatasi nei quartieri alti della classifica, sfiorando il 5° posto finale che avrebbe garantito la partecipazione alla Coppa Italia maggiore.
Viene stampato tantissimo materiale, dalle sciarpe alle magliette, dai cappellini alle bretelle, che riempie Carpi di colori bianchi e rossi con un entusiasmo ed una partecipazione mai vista prima, partecipazione che si vedrà nel massimo splendore nel derby di ritorno con alcune migliaia di carpigiani al Braglia, sugli 11.000 spettatori totali. Derby a parte le coreografie non mancano e vengono organizzate sempre meglio. Le trasferte, sempre presenti tranne ad Alessandria ed Arezzo (per rottura del mezzo), portano in buon numero i colori di Carpi a Venezia, La Spezia, Como, Empoli, Lucca, Piacenza, Vicenza e Mantova.
In quegli anni nascono amicizie coi ragazzi di Como, Carrara e Vicenza, mentre le curve del Cabassi vengono ampliate con gradoni in tubi innocenti, tanto che nella partita casalinga con l’Arezzo la parte più calda della tifoseria carpigiana si deve spostare in curva sud perchè la "casa" storica del tifo è chiusa per lavori mentre gli ospiti sono assenti.
Archiviato il primo campionato di C1 ne verranno altri, ma passeranno molti anni prima che si rinverdiscano i fasti del primo. Sia il 90/91, con memorabili trasferte a Mantova e Piacenza e scontri a Empoli, che il 91/92 vedono il Carpi salvarsi all’ultima giornata, memorabile la trasferta finale a Empoli. Nel frattempo anche se al Cabassi si assiste ad un calcio sciatto, gli ultras si consolidano e dopo i Mods nel 1992 si formano anche i Wild Dogs, con il loro cagnolone, mentre l’allenatore Tomeazzi lascia a fine anno.
Nel 92 nasce un bellissimo gemellaggio con la Spal, o meglio coi ragazzi dell’Astra Alcool, anche extra calcistico, che durerà diversi anni finchè loro avranno il comando della curva ovest di Ferrara
Il 92/93 vede una grossa crisi per la squadra, perchè nonostante si parta bene, a metà campionato il vento cambia e la squadra entra in crisi. L’allenatore Ciaschini viene esonerato (non succedeva da tanti anni un esonero a Carpi) e per la prima volta gli ultras premono contro i cancelli dell’antistadio per regolare i conti con alcuni giocatori, pratica che si ripeterà tante volte negli anni a venire. L’anno si chiude ingloriosamente con una retrocessione, resa ancora più amara dal fallimento dell’Arezzo con l’invalidazione dei punti conquistati da tutte le squadre contro di loro, e pensare che era l’unica compagine con cui il Carpi aveva vinto entrambe le partite. Comunque nonostante questo gli Ultras si comportano bene, seguendo sempre la squadra fino a San Benedetto del Tronto, dove tra l’altro si perde 4 a 0, e dove compaiono i ragazzi della Nuova Guardia che poi diventeranno il Collettivo Avariato. Nel 93 si rompe l’amicizia nata in C2 coi ravennati, da quel momento in poi visti come acerrimi nemici, coi quali ci saranno alcuni scontri negli anni successivi.
Nel corso dell’estate c’è finalmente una buona notizia, ed il ripescaggio ci permette di giocare ancora in C1, per fortuna, perchè quello successivo sarà un grande campionato, infatti nel 93/94 il Bologna scende in C1 e, pur con tutto il rispetto per i felsinei, ci facciamo valere sia in trasferta con oltre 500 ultras al seguito che in casa, dove tra l’altro riportiamo una storica vittoria per 1 a 0. Importanti trasferte sono quelle di Prato e di Trieste (pochi ma buoni) e di Mantova: centinaia di ultras in treno, che cercano poi il contatto con gli odiati virgiliani senza riuscirci. Si rafforza il gemellaggio con la Spal: grandissima coreografia casalinga nella gara d’andata e presenza di ultras carpigiani a Verona coi ferraresi per la finale play.
Nel 94-95 arrivano le prime diffide: una quindicina di ultras sono diffidati al termine di una partita casalinga con il Monza, bissate poi da quelle in trasferta a Fiorenzuola. Nonostante questo gli ultras non mollano e anzi nascono nuovi gruppi come gli Sconvolti ed il Nucleo, mentre altri si sciolgono. La triade Mucchio Selvaggio, Wild Dogs e Collettivo Avariato da quel momento in poi guiderà la curva.
Nel corso degli anni continuerà una certa simpatia coi carraresi, mentre l’amicizia coi vicentini perderà di sostanza viste le diverse categorie in cui militano le rispettive squadre.
Al 1994 risale anche l’ultima delle rare trasferte in cui la tifoseria carpigiana non sia stata presente, da quel momento in poi mai gli striscioni biancorossi sono mancati negli stadi avversari.
Il 94/95 vede il ritorno del Modena in C1, il Carpi continua a salvarsi senza entusiasmare, ma ci sono momenti importanti come le trasferte a la Spezia o a Ravenna.
Si arriva così al 1996/97 l’anno più bello: la società (composta dal vecchio e rincoglionito Presidente Saltini, circondato da ladri ed inetti) ha finalmente cambiato l’allenatore De Biasi, e riesce a fare i play off per salire in serie B, fallendo la promozione solo per la viltà del bravo De Canio e di alcuni giocatori che vendono la partita al Monza nello spareggio di Ferrara. E’ un anno bellissimo che parte subito bene e migliora cammin facendo, con vittorie esaltanti e trasferte da incorniciare come i 200 di Siena, poi Alessandria, le vittorie sul Modena sia in casa che quella storica in trasferta, con successivo carosello di auto e tifosi festanti in piazza, Treviso, Novara e Pistoia.
Alla semifinale dei play off a Saronno vanno 7 pullman di carpigiani portando a casa la qualificazione per la finale di Ferrara cui partecipano in 4.000 vincendo nettamente la partita del tifo ma perdendo sul campo.
La fine è amarissima, perché seppur partiti senza nessun favore del pronostico l’entusiasmo era grande e la città in massa aveva parteggiato per la squadra.
Quello successivo sarà l’ultimo campionato decoroso di C1, infatti la società annega in un mare di debiti contratti nell’anno precedente.
Al ritiro in montagna dell’estate ’97 gli ultras partecipano, come siamo soliti fare da alcuni anni, con entusiasmo dormendo in tenda a fianco del campo d’allenamento nel fine settimana. La squadra veramente scarsa si salva solo grazie alla grinta di Mister De Vecchi e col continuo e costante nostro sostegno ovunque, segnalando Cremona, Lecco, Cesena e Livorno. Nel precampionato durante una partita di Coppa Italia nasce una grande rivalità coi Riminesi, coi quali ci sono scontri al termine della partita a casa loro, scontri che si ripeteranno a Carpi l’anno successivo.
Il 98/99 è l’ultimo anno di C1, ed è un anno veramente incredibile, perdendo in casa col Siena il 6 gennaio siamo praticamente retrocessi a metà campionato!!! Si rompe il gemellaggio con la Spal, a causa del ricambio generazionale dei ferraresi, i quali si comportano vigliaccamente a Carpi, picchiando alcuni ragazzi. Al ritorno ci vendichiamo andando ad aspettare i Boys sotto la loro curva e facendoli scappare per le vie di Ferrara.
Comunque è retrocessione dopo 10 anni, ma noi ci siamo sempre, fino all’ultima partita di Siena.
L’anno dopo il Comune elimina le vecchie e gloriose tribune laterali del Cabassi con tribunette nuove ma il campionato di C2 non è certo migliore del precedente, tanto che arriviamo ultimi per il secondo anno consecutivo. A nulla serve il nostro impegno, che ci vede sempre presenti, fino a Sora, a Teramo infrasettimanale, Gubbio e ben due volte in Sardegna contro Torres e Tempio. In particolare in quest’ultima partita la nostra caccia all’arbitro, dopo una direzione di gara scandalosa, porta alla squalifica del Cabassi, e si gioca a Mantova in campo neutro col Padova. Nonostante la retrocessione andiamo a Pesaro in pullman e fino all’ultima a Padova con invasione di campo come a Faenza. Da notare la trasferta a Sassuolo con la caccia ai ridicoli tifosi locali fin dentro il loro settore.
E così nel 2000 dopo 12 anni, si torna nei dilettanti, ma quando si credeva di aver toccato il fondo arriva anche il peggio, infatti la società passa in mano a diversi gruppi di affaristi e la lega ci considera falliti. Segue la radiazione e l’inserimento nel campionato di Eccellenza, per giunta nel girone romagnolo.
È la fine del glorioso AC Carpi.
Quello del 2000/01 è un campionato scandaloso (10° posto finale), vissuto nei distinti in quanto le curve vengono chiuse, che ci vede come al solito sempre presenti e protagonisti in campetti di periferia o in paesini sconosciuti.
Il 2001/02 parte meglio, in panchina siede una vecchia bandiera del calcio carpigiano come Papone e la squadra è abbastanza buona, tanto che quando cacciamo alcuni dirigenti avventurieri e la società passa in mano a una persona seria ci s’incammina per un campionato di vertice, duellando con la Pavullese (ben misero derby) fino alla fine. L’entusiasmo è tornato al Cabassi e le presenze aumentano, anche tra i giovani, attorno al compatto gruppo della vecchia guardia.
Il 2002/03 è un buon anno, perchè dopo la promozione dall’Eccellenza ottenuta con gli spareggi a Sacile (alcuni pullman al seguito e tanto entusiasmo) ci ripresentiamo in serie D, da dove la storia degli Ultras a Carpi era nata alla fine degli anni settanta.Il panchina abbiamo Raffaello Papone, vecchia bandiera del Carpi, artefice della promozione, e finalmente abbiamo di fronte alcune tifoserie come il Ravenna, Rovigo, Centese, Bellaria, Montecchio, almeno sulla carta. L’inizio non è proprio dei più promettenti in quanto all’esordio perdiamo in casa col Rovigo, i cui tifosi fanno i gradassi ma quando durante l’intervallo entriamo nel loro settore si zittiscono e poche parole minacciose basteranno per ridurli al silenzio, più o meno come accadrà coi locali ragazzini a Cento. Capitolo a parte merita il Ravenna, col quale esiste una vecchia e radicata ruggine. Noi arriviamo con due pullman senza scorta ed avvengono duri scontri, mentre al ritorno i ravennati deluderanno presentandosi poco numerosi e molto in ritardo. Nel frattempo il campionato si rivela un mezzo disastro e la società deve rifare la squadra nel corso dell’estate, grazie anche al carpigiano Salami che entra a dare una mano al presidente Cavicchioli. Con l’esonero di Papone e l’arrivo dell’ex granata Sgarbossa si cambia marcia e a fine campionato arriva una meritata salvezza, anche grazie alla presenza del nostro tifo costante.Nel corso dell’anno mentre i tifosi avversari latitano (noi gli Ultras di Bellaria non li abbiamo visti, mentre quelli di Montecchio e Centese a Carpi non sono venuti) in curva nascono nuovi gruppi come la Puccionaia!
Dall’estate del 2003 iniziamo a partecipare, prima come singoli poi come gruppo, ai “Mondiali antirazzisti” che si svolgono prima a Montecchio poi a Casalecchio e non abbiamo più smesso.
Nel 2003/04 il carpigiano Salami rileva la società, che regge per anni con grande profusione di energia, passione e denaro, seppur con scarsi risultati, e presenta in panchina la vecchia gloria carpigiana Bobo Notari che ci conduce ad una più o meno tranquilla salvezza, passando per alcune belle trasferte come quella di Cattolica e Chioggia (dove vediamo due buone tifoserie), Urbino (dove la partita viene sospesa per neve e torniamo per il replay infrasettimanale), Poggio Rusco (dove diamo la caccia ad un ex dirigente del Carpi che però non si farà trovare).
L’anno successivo sarà invece un mezzo disastro, il famoso anno 2004/05 dei 5 allenatori, dove succederanno cose incredibili come perdere 3 a 0 a tavolino una partita che si era vinta 3 a 0 sul campo a causa dell’errore dell’incapace allenatore Presicci che sostituisce un giocatore giovane con un vecchio, non rispettando le regole federali. La salvezza arriverà solamente “vincendo” l’ultima partita di campionato a Rodengo, ma nel dopo partita i numerosi ultras al seguito più che festeggiare se la prendono con alcuni giocatori ridicoli.
In quell’anno rivediamo alcune tifoserie vere come il Pergocrema ed il Trento, questi ultimi si presentano minacciosi a Carpi senza poi dare seguito al loro atteggiamento, mentre nel ritorno sul neutro di Montebelluna tengono bel altro comportamento e passiamo quasi tutta la partita a bere insieme.
Non parliamo dei ben miseri tifosi del Fiorenzuola, mentre rimane nel cuore di tutti la goliardica trasferta di Bolzano, in contemporanea dei mercatini natalizi, con alcuni di noi travestiti da babbo natale.
Nel 2005/06 salta la fusione che si doveva fare con un’altra squadra minore carpigiana, il presidente Salami però non molla e seppur con minori mezzi allestisce la squadra con in panchina il Bobo aiutato da un’altra vecchia bandiera come Stefano Zironi; il campionato è particolare perché c’è il Cervia di quella buffonata televisiva del reality “Campioni”, che battiamo sia in casa (con 2.500 spettatori al Cabassi) che al ritorno in diretta tv.
Per noi sarà un buon campionato nel quale perdiamo il treno dei play off solo a causa di una clamorosa papera del portiere Calamusa a tempo scaduto nell’ultima partita in casa con un tiro da metà campo; a questa partita segue l’inutile trasferta di Riccione, dove andiamo a cercare i ridicoli tifosi locali fin dentro il loro bar, visto che l’anno prima avevano fatto i gradassi al Cabassi al riparo delle recinzioni.
Finalmente nel 2006/07 arriviamo a disputare i play off, arrivando alla finale del girone col Castellarano, ma la delusione di perdere 5 a 0 davanti a 600 carpigiani in trasferta annebbia il bel campionato fatto, che aveva visto una rincorsa alla stessa capolista battuta nettamente al Cabassi.
La squadra affidata ancora a Notari si fa forte dei ben 42 gol della coppia Gherardi – Roncarati, ma la C2 resta un sogno.
In quell’anno nasce un’amicizia coi lagunari del Chioggia, che battiamo a domicilio nella semifinale dei play off.
L’anno successivo, il 2007/08, finisce circa allo stesso modo del precedente, perché arriviamo ai play off, dei quali però perdiamo la semifinale nella solita Castellarano, ma almeno la sconfitta per 1 a 0 è ben diversa da quella cocente dell’anno prima. Il campionato lo vince l’incredibile Giacomense, nel cui stadio a parte una tribunetta “centrale” i tifosi assistono alle partite sull’erba attorno alla rete di recinzione del campo. In quell’anno oltre a disputare un buon campionato andiamo avanti anche in coppa con trasferte infrasettimanali in Toscana come a Pontedera.
Nel girone troviamo il Fano, tifoseria storica, col la quale facciamo amicizia in casa e riceviamo una calorosa ed alcolica accoglienza al ritorno.
Il 2008/09 parte con la Coppa Italia di serie C, che ci vede impegnati in pieno agosto a Ferrara contro la Spal, dove un’antica amicizia si è trasformata in una rivalità; i carpigiani si presentano in buon numero e gli spallini stanno nel loro settore. Il Carpi partito per fare un buon campionato inizia male e mister Zanasi viene esonerato e sostituito dal buon “nonno” Maresi, che fa risalire la squadra quasi ai play off, persi perche la stanca società si accontenta della salvezza.
In quell’anno si rivede il “derby” col Suzzara, antica rivalità di confine; loro all’andata si presentano in buon numero mentre i carpigiani contestano pesantemente i loro dirigenti Labia e Antonioli, ex Carpi, mentre al ritorno un buon numero di carpigiani si presenta a Suzzara prendendo alcuni loro striscioni ma facendoli poi ritrovare per scherno; i suzzaresi dimostreranno ben poca mentalità esponendoli di nuovo in partite successive.
E’ nel frattempo arrivato il 2009, l’anno del centenario del Carpi, e nel corso dell’estate avviene quella fusione saltata alcuni anni prima, superando rigidità che si erano consolidate, ed una nuova intraprendente società affianca Salami.
C’è grande entusiasmo sia per la nuova società che per il centenario, purtroppo ben poco festeggiato (a parte la redazione di un bel libro), ma l’inserimento nel nostro girone del Pisa, retrocesso dalla B e fallito, ma che vincerà facilmente il campionato, lo spegne un po’.
L’anno 2009/10 parte male, ma con una vigorosa correzione di rotta a metà anno, con cambio di allenatore e metà squadra, il girone di ritorno è un trionfo fino al 2° posto e quindi alla disputa dei play off, dove, vinti quelli del girone, avanziamo nelle fasi finali vincendo a Lamezia terme (dove andiamo in 37 in una memorabile trasferta in treno) ma perdendo incredibilmente la finale di ritorno col Pianura di Napoli (dove scendiamo con un pullman) 8 a 2 dopo aver vinto 5 a 0 in casa!!!
Oltre ai validi amici chioggiotti nel girone vediamo alcune piccole tifoserie toscane come Ponsacco, Pontedera e Cecina, alcuni di questi ultimi fanno gli asini all’andata ma vengono puniti al ritorno; discorso a parte si deve fare coi pisani, che all’andata vengono circa in 500, tanto che la questura carpigiana con una decisione ridicola ci fa spostare dal nostro settore, ma perdono la partita, mentre i carpigiani che con 3 pullman si recano all’Arena Garibaldi nel ritorno devono tornare a loro volta sconfitti. In quest’anno nasce il nuovo gruppo dei Fighters.
Nel corso nell’estate però avviene il ripescaggio che finalmente dopo 10 anni ci riporta tra i professionisti in C2, o meglio nella seconda divisione della Lega professionisti, come si chiama ora, con tutte le sue stupide e rigide regole, come le limitazioni sugli striscioni, i biglietti nominali e la tessera del tifoso, cui diciamo NO!!
ultrascarpi..altervista.org.