In queste ore sembra si stia decidendo la sorte di Gianfranco Motta.
Premesso che, nonostante la simpatia che posso nutrire per il brianzolo tecnico di Rugginello e la consapevolezza che la grandissima parte delle colpe per la disastrosa situazione di classifica è della società, l'esonero del mister, guida tecnica e non solo di una squadra che nelle ultime 9 partite a raccolto solo 2 punti con prestazioni indecorose anche sotto il punto di vista dell'impegno, ci può anche stare.
Il vero problema è: chi lo sostituirebbe alla guida del Monza?
La soluzione ottimale sarebbe un tecnico esperto di categoria che unitamente a doverosi rinforzi, per la verità chiesti anche dalla stesso Motta, traghetti la squadra verso la salvezza.
La soluzione più probabile è quella interna per il semplice fatto che non costerebbe nulla ad una società in forte crisi finanziaria, i nomi, in questo caso sono molteplici Andrissi, Monguzzi, Monelli e Tammaro.
Ecco proprio su Vito Tammaro, unica costante del disastroso Monza post Cevoli, mi sento di poter esprimere il mio parere negativo e non per ragioni di campanile ma perchè il buon Vito, secondo e difensore a spada tratta di quel Verdelli che al contrario di Motta aveva si colpe rilevanti nel tracollo della scorsa stagione, ha instaurato un rapporto che, usando un eufemismo, definirei difficile con la tifoseria ed è stato in passato additato come "uomo" di riferimento di Seedorf e Ferrante all'interno dello spogliatoio.