Viotti; Massoni, Briganti, Zullo; Anghileri, Perini,
Hetemaj, Franchino; Foglio, Anastasi, Vita
Benassi; Villagatti,
Panariello, Coppola; Brumat, Dettori, Gambadori, Millesi,
Cucciniello; Montini, Erpen
Petrolio e neve, e nel bicchiere
riverberano parole.
I sogni dell'estate, sfrontati al punto
da sembrare grotteschi allorchè la realtà se ne è impadronita, al
primo autunno.
Tragicommedia, Shakespeare in due atti: Stratford Upon Avon non è Perfida Albione?
Che atto sarà, il terzo made in
England?
Intanto Monza e Arezzo scendono in
campo forti di difese che colla Torres compongono il podio migliore;
moduli lievemente sparigliati dai pendoli offensivi, ma nella
sostanza orbitanti intorno l'estro della seconda punta (che faccia
gioco, e concluda).
Il Monza parte bene, pressa e quando
rincula, chiude a cinque: nei primi cinque minuti un paio di
spioventi dalla fascia mancina di Foglio, il più continuo della
prima frazione, mettono paura agli ospiti, in particolare il secondo,
mancato in area piccola da Anastasi.
La risposta toscana è affidata a un
pregevole esterno dalla destra di Erpen, col passare dei minuti più
defilato rispetto al vigoroso Montini, mentre l'out di destra spetta
per intero a Brumat.
Dopo una buona progressione di Foglio
sono gli ospiti a tenere la palla una decina di minuti, affidandosi
oltremisura a lanci lunghi: al 15' una nucata di Cucciniello
su punizione di Erpen si deposita un metro a sinistra di un sorpreso
Viotti e al 20' un affondo di Dettori sulla destra trova la respinta
in due tempi di Briganti, meno compatto del solito; per i biancorossi
una sola manovra di ampio respiro, quella che poco prima aveva
portato vicino alla zuccata vincente (al solito controtempo, o in
leggero fuori tempo) Hetemaj, che aveva avviato il giro-palla dalla
destra, e poi Massoni, e poi Foglio.
Si chiamano Vita (quasi sempre in
posizione centrale rispetto ad Anastasi) e Foglio le sicurezze
offensive, tengono vivi palloni fuori misura, manipolano e calamitano
le seconde palle, spingendo a sinistra; al 22' difficilissima (perchè
di poco non rasoterra) parata di Benassi su conclusione di
Foglio da venti metri e poco dopo due traversoni dello stesso ex
reggino mancati da Anastasi.
Aretini arcigni dietro, due linee
compatte nella propria trequarti, ma ariosi nell'uscire: le loro
poche manovre sono però frutto di idee chiare, come il no look
di Dettori che imbecca un tentennante Montini e la girata a tutta
caviglia di Erpen, con Viotti che si supera al 34'.E' una parata
andata a buon fine perchè impostata nei pensieri.
Da segnalare la crescita di Hetemaj,
più alto di Perini, e lo scarso contributo offensivo dei laterali
della mediana, mentre negli amaranto emergono Gambadori (per ordine)
e Dettori (per tigna).
Secondo tempo meno spezzettato da un
arbitro indisponente (Vita accusato di dubbia simulazione, a terra
anche Erpen, sul netto rigore Millesi senza giallo), ma per mezz'ora
quasi soporifero: a parte l'immediato tiro a lato di Perini e Massoni
che al 10' soverchia Millesi (Benassi smorza in angolo), riempiono
vuoto e mormorii i cambi Zigoni (seconda punta, Vita-Hetemaj interni)
per Foglio e Bonvissuto per Dettori, e la suolata di Hetemaj a
liberare il pallone in corridoio (azione che termina per lo
scandinavo con giallo e pestone).
Se l'idea tattica era aggirare
l'imbottigliamento centrale, è idea fallita: Anghileri e Vita al 15'
concludono alto, Anastasi va di testa-spalla al 25'.
Alla mezz'ora la svolta: manata di
Millesi su tiro dalla bandierina e rigore affidato alla sicurezza di
Vita, per la terza giornata a segno.Cambio immediato
Padulano-Coppola, pareggio immediato di Padulano: il diciassette
chiude libero di piattone, eludendo un fuorigioco che scema in un tre
contro uno.
Nel finale il massimo sforzo genera
occasioni: un generoso Franchino, palleggiando di testa e crossando
in corsa, racimola l'angolo prima di fare posto a D'Alessandro che,
al termine di una pregevole triangolazione, trova una deviazione sul
palo sinistro di Benassi.
Era l'ultimo assalto, dopo un clamoroso
quattro contro uno pasticciato da Hetemaj e la buona idea di Zigoni a
smarcare in offside Anastasi, prima di una velenoso ribaltamento
ospite.
Parole banali, perciò scostanti:
perchè non irradiare la prima ora di gioco del coraggio finale?
Visti gli obiettivi che si allontanano,
l'impegno non deve essere solo applicazione: il cuore chiede libertà.
Ma si è giocato ancora a calcio, il
Brianteo ha aperto ancora le porte ai dubbi dei tifosi, e per questo
la fitta pioggerella che accompagna l'uscita sembra più lieve.
Già, ti accorgi che aveva accompagnato
le ultime giocate.
Petrolio, e neve.
Sa di catrame, questa pioggia
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