Inauguriamo la rubrica che racconterà il glorioso passato di alcune avversarie: il pallone è emozione, senso di appartenenza, voglia di raccontare storie agli amici del bar o ai ragazzini che tirano col massimo piacere quattro calci al pallone, in cortile, a scuola, dove possibile per strada ...
Perchè le piccole storie fanno la Storia, perchè se il pallone degli affari e dello spread qualitativo coll'Europa mantiene interesse, è anche per i fili rossi che vanno da Monza a Portomaggiore, da Portomaggiore a Ferrara, da Ferrara ad Alessandria...
La
Spal vive di Ars et Labor, disciplina e
formazione, come una buona famiglia di provincia, parole che andrebbero rivalutate in questi anni di disgregazione sociale.
Nata
in una dimensione oratoriale, assume i colori salesiani e quelle
strette righe biancazzurre rappresentano negli anni '50 e '60 il
trampolino di lancio per giovani speranze del pallone nostrano, su
tutti Fabio Capello da Pieris.
A
parte gli exploit del quinto posto nel '60 (guidata in difesa da
Picchi poi capitano della Grande Inter)
e della finale di Coppa Italia nel '62 contro il Napoli, la
polisportiva estense si rivela presenza costante nella massima serie
(tredici tornei di fila, l'ultimo nel '68; si trova difatti nella
parte sinistra della classifica perpetua, quella generale per i
tornei col girone unico).
Deus ex machina il presidente (prima
allenatore e ds) Mazza, che pochi
ricordano alla guida tecnica con Ferrari della spedizione in Cile,
dove una nazionale senza forza federale e con oriundi sbiadita copia
(nonostante il nome: Altafini e Sivori) degli iridati dell'alpino
Pozzo e' facile preda dei padroni di casa e dell'arbitro inglese
Aston, famoso per aver ideato i cartellini sanzionatori.
Accentratore
(spesso in panchina) umorale, ma competente, il 'mago di campagna'
brilla per intuizioni e prospettive, sconosciuti e giovani sono il
parametro della sua politica societaria.
Il regista
albiceleste Massei e' il più fedele
straniero (otto stagioni, più quella cadetta), da capitano conquista
il primato spallino di presenze e reti (quarantasette) nella massima
serie.
La prima promozione fu firmata da Janni,
avviatore del filotto del Grande Torino.
Molte storie sulla
panchina: saggi mestieranti come Fabbri
e Rota o giovani rampanti come De
Biasi e Galeone.
Sarebbero
invece diventati allenatori giocatori che a Ferrara si fanno le ossa
(Bigon, Capello, Delneri
e Reja) o chiudono la carriera (Bagnoli
e Bianchi).
Il cerbiatto
(mascotte della Spal) senza serie b da circa un ventennio ha ricevuto
le ferite dell'anonimato e dei fallimenti, ma il sangue irrorato da
Masi San Giacomo lo ha rimesso in pista, fiero della sua storia.
1 commento:
da Fabbri a Fabbri...la Spal non puo' passare inosservata.
el buitre
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