venerdì 30 maggio 2014

Il nostro tifo li rende forti.. la nostra città invincibili!!

Svizzera 1954

Svizzera 1954 (16 giugno.4 luglio) – Germania Ovest
Formazione della finale: Turek Posipal Kohlmeyer Eckel Mai Liebrich O.Walter F.Walter Schafer Rahn Morlock – All.Herberger
Marcatori della finale: Puskàs (U) Czibor (U) Morlock (G) Rahn (G); Rahn (G)
Percorso dei vincitori: Germania Ovest-Turchia 4-1 Germania Ovest-Ungheria 3-8 Germania Ovest-Turchia 7-2 (spareggio); Germania Ovest-Jugoslavia 2-0; Germania Ovest-Austria 6-1; Germania Ovest-Ungheria 3-2
Piazzamenti: 2.Ungheria, 3. Austria, 4.Uruguay
Partecipanti: 16 squadre
Capocannoniere: Kocsis (11 reti)
Media reti: 5,38 a partita

Il primo Mondiale televisivo è affidato alla Svizzera, dimora della Fifa; i gironi iniziali, secondo una formula complicata, hanno teste di serie che non si affrontano tra di loro.
Invece si disputa già nel girone quella che sarà la finale: la Turchia è difatti testa di serie, a discapito dei teutonici, nel girone cannibalizzato (diciassette reti a tre in totale, 8 a 3 alle riserve della Germania e 9 a 0 alla Sud Corea i punteggi roboanti) dai magiari, detentori dell'oro olimpico e nuovi maestri del calcio, protagonisti prima della manifestazione di una sonora, doppia lezione all'Inghilterra (6 a 3 a Wembley; 7 a 1 a Budapest).

Puskàs
Aranycsapat, la squadra d'oro: così il nome che identificherà negli anni a venire una Nazionale che lascia un'impronta tattica e di bellezza nella storia del calcio, senza iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro più naturale e prestigioso.
Puskàs è azzoppato dal difensore tedesco Liebrich e marca visita contro i brasiliani nei quarti e contro i campioni in carica uruguaiani: a Berna i magiari regolano a fatica il Brasile dei debuttanti Djalma e Nilton Santos e di Julinho, trascinatore viola nello scudetto di due anni dopo.
La battaglia di Losanna cogli uruguaiani è la partita più bella della storia, parola di Brera: doppio vantaggio europeo, i sudamericani non si scompongono e tengono botta dietro, pareggiando con grinta e sagacia tattica; nel finale Schiaffino incespica nel fango e perde il tempo per battere a rete il probabile pallone della vittoria, Hohberg coglie un palo e Kocsis con un colpo di testa, suo pezzo forte, chiude le ostilità, pur non demeritando la Celeste (privata causa infortunio coll'Inghilterra di Abbadie, Miguez e Varela, in quella circostanza decisivo anche nello score).

Kocsis
La finale sembra un assolo, due reti immediate degli uomini di Sebes, ma la Germania replica quasi subito e pareggia: una supremazia atletica che lascia sospetti (nei mesi successivi i tedeschi saranno vittime dell'epatite e si parlerà di doping) giustifica il sorpasso in un finale concitato, dove i favoriti non riescono a pervenire al pareggio, dacchè viene annullata una rete a Puskàs e Turek compie la parata che consegna alla storia del calcio il Miracolo di Berna.
Alcuni dei protagonisti si collocano inoltre ai vertici della classifica dei marcatori iridati (Kocsis 11, Rahn 10).

L'invasione sovietica di lì a poco smembrerà la Nazionale in maglia rossa che non sarà la stessa in Svezia, difatti molti giocatori si fermeranno all'estero: Czibor e Kocsis al Barcellona, Canoncito Puskàs al Real Madrid, emuli di Kubala che aveva cercato gloria estera sul finire degli Anni Quaranta (prima della Spagna allenamenti ed amichevoli per circa un anno a Busto Arsizio).
Una partita ha stravolto una linea ininterrotta lungo un quadriennio senza sconfitte.
Rahn

La Nazionale italiana vive un equivoco tattico, Foni non ripropone il modulo di difesa e di contropiede funzionale agli scudetti dell'Inter; a differenza nostra, la Svizzera va di catenaccio e si guadagna l'accesso ai quarti (due vittorie coll'Italia, la seconda 4 a 1), dove incontra nella partita con più marcature iridate di sempre l'Austria, vittoriosa 7 a 5.

Curiosità – Herberger accompagna i destini della Nazionale tedesca dal '36 al '63; Hohberg conduce dalla panchina la sua Celeste alle semifinali dodici anni dopo; il modulo a M dell'Ungheria è un'innovazione tattica prolifica, con centravanti di movimento Hidegkuti, cannonieri Kocsis e Puskàs ed ali quantitative Czibor e Toth.

da Il Giorno


mercoledì 28 maggio 2014

Brasile 1950

Brasile 1950 (24 giugno-16 luglio) – Campione: Uruguay
Formazione della finale: Màspoli Gonzàlez Andrade Tejera Gambetta Pérez Varela (c) Ghiggia Moràn Schiaffino Miguez – All.Lòpez Fontana
Marcatori della finale: Friaça (B) Schiaffino (U) Ghiggia (U)
Percorso dei vincitori: Uruguay-Bolivia 8-0; Uruguay-Spagna 2-2 Uruguay-Svezia 3-2 Uruguay-Brasile 2-1
Piazzamenti: 2.Brasile, 3.Svezia, 4.Spagna
Partecipanti: 13 squadre
Capocannoniere: Ademir (9 reti)
Media reti: 4 a partita


Borghi
Ademir


















Dopo la guerra che aveva imposto l'annullamento di due edizioni dei Mondiali, il pallone iridato riprende a rotolare in Brasile, mentre l'Europa si divide in blocco occidentale (Alleanza Atlantica), legato agli Usa anche dagli aiuti del Piano Marshall, ed orientale (Patto di Varsavia), con a capo l'URSS; l'Italia è una Repubblica parlamentare la cui spinta alla rinascita ha la compagnia delle imprese sportive del Grande Torino (così famoso che nel decennio successivo Altafini, centravanti della Nazionale brasiliana viene soprannominato, per la somiglianza fisica, Mazola; i piemontesi avevano disputato delle amichevoli in Sudamerica e la mancanza di tornei internazionali per Club rivela la grande impressione suscitata dal numero dieci di Cassano d'Adda) e degli amici-rivali Bartali e Coppi.
Al torneo iridato non sono invitate Germania e Giappone, perchè principali responsabili belliche, invece l'Italia partecipa, in quanto Paese detentore dellla Coppa Rimet, fisicamente nella persona del dirigente federale Barassi.
Schiaffino

Il Maracanaço è un brivido che corre lungo la schiena brasiliana ogni volta che si sentono favoriti (sempre?) in una manifestazione calcistica, ogni volta che affrontano i cugini in maglia celeste.
Decine di migliaia di spettatori (170mila la stima ufficale, 200mila quella ufficiosa) assistono sugli spalti all'ultima gara del torneo, una sorpresa che, agli occhi dell'osservatore attento, non è così sensazionale; sanno tutto del pallone i brasiliani, sanno tutto del calcio gli uruguaiani trionfatori: questo l'incitamento trasmesso dal capitano Varela ai compagni intimiditi dalla folla.
I favoriti, forti delle goleade a Spagna e Svezia in quel girone finale all'italiana (formula che rappresenta un unicum nella storia della manifestazione), nonostante il vantaggio continuano a praticare il calcio offensivo proprio del loro dna e vengono beffati.
Suicidi e lutto nazionale di tre giorni per una Nazionale che non centra il traguardo cui è predestinata, in quanto di ottimo livello: il centravanti Ademir (9 reti in 4 partite) e Zizinho su tutti gli altri.

Le stelle dei Campioni sono il regista Pepe Schiaffino, elegante cucitore di gioco dotato di senso del gol e di un 'radar al posto del cervello' (secondo Cesare Maldini, suo compagno in rossonero), e Ghiggia (il solo ancora vivente della finale, ala destra in forza poi alla Roma), non a caso i marcatori, abili ad approfittare degli spazi lasciati dalla foga casalinga; in mezzo al campo strenua la resistenza di Andrade (nipote del vincitore al Centenario) e di Varela.
Vittoria di intelligenza, già nel primo tempo Miguez colpisce una traversa sempre in contropiede.

I gironi che avviano il torneo, senza più eliminatorie dirette, hanno lo scopo di portare più incassi ad un Paese dalle risorse naturali immense, ma non sfruttate.
La Celeste passa con un comodo 8 a 0 (tripletta di Miguez) alla Bolivia; la rinuncia a partecipare da parte di Scozia e Turchia rende quella unica sfida nel girone.
L'India è costretta al forfait: non sono abituati a giocare colle scarpe.

La Nazionale si gioca la qualificazione contro la Svezia campione olimpica, un 2 a 3 cui non pone rimedio il successo sul Paraguay; i diciotto giorni di nave condizionano l'approccio ambientale e fisico, ma Superga ha lasciato strascichi, oltre ad aver sottratto quasi tutti i titolari.
Al rientro in Patria i soli Carapellese e Lorenzi usano la nave, peraltro.


Curiosità – dopo Barbosa i brasiliani non convocano portieri di colore sino a Dida e dopo la disfatta casalinga rinunciano alla maglia bianca (con colletto blu e scudetto giallo) per la camiseta verde-amarehlo; Gatljiens a Belo Horizonte, complici le parate dell'italoamericano Borghi, infilza gli spocchiosi albionici (a riposo il primo Pallone d'Oro, Sir Stanley Matthews, in campo fino ad oltre il suo mezzo secolo), le cui trasmissioni radio, in Europa, pensano ad un'interruzione del segnale (Inghilterra-Usa 0-1: no, sarà 10-1, pensano); lo stadio Maracanà si appropria del nome di un variopinto pappagallo femmina tipico della regione.

lunedì 26 maggio 2014

Francia 1938

Francia 1938 (4-19 giugno) – Campione: Italia
Formazione della finale: Olivieri Foni Rava Serantoni Andreolo Locatelli Biavati Meazza (c) Piola Ferrari Colaussi
Marcatori della finale: Colaussi (I) Tiktos (U) Piola (I) Colaussi (I); Sàrosi (U) Piola (I)
Percorso dei vincitori: Italia-Norvegia 2-1; Italia-Francia 3-1; Italia-Brasile 2-1; Italia-Ungheria 4-2
Piazzamenti: 2.Ungheria, 3.Brasile, 4.Svezia
Partecipanti: 15 squadre
Capocannoniere: Leonidas (7 reti)
Media reti: 4,67 a partita

Alle porte del conflitto bellico, la manifestazione che permette alla Francia, perfetta padrone di casa, un saldo economico-finanziario in positivo, perde alcune protagoniste per motivazioni politiche (l'Austria che per prima ha sconfitto i Maestri inglesi cancellata dall'Anschluss hitleriana, l'Uruguay, l'Argentina, la Spagna ferita dalla Guerra Civile, gli Usa), oltre alla solita, presuntuosa rinuncia inglese, per superiorità.
Gli inventori del football mantengono però la tradizione di sfidare i vincitori iridati: se l'Uruguay ha subito sei reti, gli azzurri ad Higbury rimontano il 3 a 0 del quarto d'ora iniziale sino al 3 a 2, con Monti in campo con un piede rotto.
Prima partecipazione asiatica: le Indie Orientali Olandesi.

L'Italia di Pozzo bissa, stavolta con merito: cammino in crescendo, a partire da un faticoso supplementare, deciso da Piola (vicecapocannoniere col magiaro Sàrosi): così viene piegata a Marsiglia la Norvegia.
L'ambiziosa Germania è sconfitta al replay dagli svizzeri 2 a 4.
A livello di emozioni la vittoria sulla Francia non ha eguali: il 3 a 1 riceve gli applausi da parte del Colombes di Parigi, capitale della Nazione-rifugio degli antifascisti, dopo che la maglia nera indossata dalla Nazionale è stata fischiata al momento del saluto romano al pubblico di Meazza e compagni.
Leonidas

La vera finale è contro un Brasile reduce da una battaglia nel fango (4 a 4 nei regolamentari con poker polacco di Wilimoski, nel finale peraltro una traversa frena l'ennesima risposta biancorossa: 6 a 5) e da una vittoria (2 a 1) nella ripetizione colla Cecoslovacchia.Ciò spiega l'assenza del centravanti di colore del Flamengo Leonidas, inventore della 'bicicletta' (cinque reti nei tre precedenti incontri; a segno anche nella finalina il Diamante Nero sarà capocannoniere) e del centrocampista qualitativo Tim.Il fatto che i sudamericani di Pimenta abbiano già i biglietti aerei per Parigi ha alimentato il mito della insufficienza di realismo brasiliana.
Bel duello di Piola col prestante Domingos da Guia (difensore centrale dal lancio preciso trasferitosi al Boca per affari di cuore), impeccabile fino all'episodio del rigore.
Piola
Doppietta per la coppia di mezzeali Ferrari-Meazza, per Monzeglio, non più titolare, e per il dodicesimo Masetti: doppietta nella finale per Colaussi e per Piola, record di reti nel campionato italiano, senza vincere scudetti.
Meazza

















Meazza è ai vertici della storia del calcio italiano
e di quel decennio di pallone internazionale, è la finta
a chiamare incontro a sè i portieri (una volta il portiere subisce tre reti identiche, sulla quarta non si schioda dalla linea di porta per affermare di averlo per una volta fregato lui), è il Balilla per il debutto precoce agli ordini di Weisz, è il piede sinistro che ha problemi circolatori nel finire di carriera; sono le donne (risvegliatosi poco prima di una partita dopo servigi amorosi, si reca all'Arena in pigiama e cappotto e decide la partita con due reti nei primi dieci minuti, dovuto il riposo nel resto del match), la brillantina a scopi pubblicitari, lo stadio di Via Piccolomini.

Curiosità – gli elvetici, giocatori di estrema modestia, propongono l'antenato del catenaccio; nel momento di realizzare su rigore il 2 a 0 al Brasile a Meazza si rompe l'elastico dei pantaloncini, ma segna lo stesso con freddezza, tenendosi le braghe; Bearzot ragazzino festeggia le reti del conterraneo Colausig al paese e capisce che il calcio sarà il suo mestiere.

venerdì 23 maggio 2014

Italia 1934

Italia 1934 (27 maggio-10 giugno) – Campione: Italia
Formazione della finale: Combi (c) Monzeglio Allemandi Ferraris Monti Bertolini Guaita Meazza Ferrari Schiavio Orsi – All.Pozzo
Marcatori della finale: Puc (C) Orsi (I); Schiavio (I)
Percorso dei vincitori: Italia-Usa 7-1; Italia-Spagna 1-1, 1-0; Italia-Austria 1-0; Italia-Cecoslovacchia 2-1
Piazzamenti: 2.Cecoslovacchia, 3.Germania, 4.Austria
Partecipanti: 16
Capocannoniere: Nejedly (5 reti)
Media reti: 4,12 a partita

Chiama alla pugna Mussolini: la prima edizione iridata in Europa è l'occasione per intrecciare la gloria sportiva e la propaganda politica, il regime sovvenziona difatti la costruzione-riqualificazione di alcuni stadi che saranno teatro della manifestazione destinata ad aprire il filotto dell'alpino Pozzo, il solo allenatore a vincere due Mondiali, inframezzati dall'oro olimpico berlinese.
La struttura data al calcio italiano col campionato a girone unico dal '29-'30 ha rivelato per quanto riguarda il pallone un ruolo di aggregazione ed attrazione: il Mondiale viene raccontato dall'Eiar a nove Paesi ed in quattro lingue.

Zamora
Servono qualificazioni per l'accesso (Italia facile sulla Grecia) e prima presenza africana: l'Egitto.
Mancano, ricambiando il forfait azzurro precedente, i campioni uruguagi e gli argentini, indispettiti per essere stati privati di alcuni loro buoni elementi (tenderanno a convocare giocatori del solo campionato nazionale fino al 1970); appunto decisivo il contributo apportato da argentini quali Orsi e Monti, che con estro e senso della posizione brillano anche nel Quinquennio bianconero (dei torinesi, come spesso sarà, l'ossatura tricolore) che traghetta il pallone nazionale dal semiprofessionismo delle polisportive alla specializzazione del futuro: esenzioni militari, impieghi lavorativi, ingaggi sostanziosi (primo professionista è considerato il terzino sinistro Rosetta, trasferitosi dalla Pro Vercelli alla Juventus, ultimo gettone azzurro nella gara del debutto Mondiale); rovescio della medaglia: la corruzione (scudetto revocato al Torino per il caso Allemandi, una tentata combine col difensore della Juventus).
Sindelar


Orsi


La sfida più tosta è il quarto di finale contro la Spagna, giustiziere del Brasile 3 a 1, guidata dal mitico portiere Zamora: un incontro maschio a dir poco, col pareggio azzurro realizzato dopo un fallo di Schiavio sul portiere; a Firenze la ripetizione dopo ventiquattro ore costringe gli iberici a numerosi cambi, Zamora incluso.Non si sa se per infortunio, per pressioni extrasportive o per una sua contestazione dell'arbitraggio, ma l'Italia ha il lasciapassare per la semifinale: identica la sceneggiatura milanese, l'Austria di Sindelar e di Meisl (3 a 2 alla Francia, 2 a 1 all'Ungheria) è battuta di misura con un'azione viziata da un 
                                                               presunto fallo di Meazza su Platzer.
Puc (la maggioranza del tifo organizzato sugli spalti è, incredibilmente, cecoslovacca) ed Orsi (tiro dopo avere dribblato tre avversari) segnano nei minuti conclusivi della finale, il bolognese Schiavio nel supplementare certifica la vittoria fascista e consegna agli azzurri un appartamento ed una Balilla.

Curiosità - il primo brasiliano campione del mondo gioca nell'Italia: Filò, naturalizzato Anfilogino Guarisi; Sindelar si rifiuta di disputare nelle fila della Germania, che aveva annesso l'Austria, la successiva manifestazione iridata: lo troveranno senza vita per le esalazioni della stufa nella sua casa viennese, assieme alla compagna italiana; Orsi, prodotto dell'Independiente, inventore del ruolo del tornante, ama giocare con un jolly nei calzettoni.

martedì 20 maggio 2014

Uruguay 1930

Uruguay 1930 (13-30 luglio) – Campione: Uruguay
Formazione della finale: Ballestreros Nasazzi (c) Mascheroni Andrade Fenàndes Gestido Dorado Scarone Castro Cea Iriarte – All.Suppici
Marcatori della finale: Dorado (U) Peucelle (A) Stabile (A); Cea (U) Iriarte (U) Castro (U)
Percorso dei vincitori: Uruguay-Perù 1-0, Uruguay-Romania 4-0; Uruguay-Jugoslavia 6-1; Uruguay-Argentina 4-2
Piazzamenti: 2.Argentina, 3.Usa, 4.Jugoslavia
Partecipanti: 13 squadre
Capocannoniere: Stabile (8 reti)
Media reti: 3,89 a partita

L'Uruguay è, da sempre, punto di riferimento per il pallone, non solo sudamericano; non solo per il facile adattamento dei suoi pedatori ai ritmi europei o per l'orgogliosa definizione dell'Uruguay come 'padre del calcio' (di cui l'Inghilterra è 'madre'), ma proprio perchè le primissime manifestazioni internazionali di discreto respiro sono dominate dalla Celeste: due ori olimpici (Parigi 1924, Amsterdam 1928, quest'ultimo alloro regolando gli stessi argentini 2 a 1) e due Coppe Rimet; al trionfo di Montevideo segue difatti l'impresa romanzesca del Maracanà vent'anni dopo.

Al primo Mondiale si registrano molte defezioni e non servono qualificazioni di accesso, in particolare la trasferta oceanica è evitata per questioni di budget dalle europee, imbarcate su un'unica nave; siamo nel cuore della crisi finanziaria di Wall Street e le tensioni-ambizioni sociali stanno compattando verso il potere i totalitarismi.
Il pallone non suscita ancora interesse globale, anche se negli Anni Trenta si svolgono tornei, per Nazionali e per Club, che sarebbero diventati l'Europeo e la Coppa dei Campioni: la Coppa Internazionale (nel 1930 detenuta dagli Azzurri, assenti in Sudamerica) e la Mitropa, ben più qualitativa rispetto a mezzo secolo più tardi, quando sarà oggetto del desiderio e dello sberleffo cadetto.
Alcuni dettagli organizzativi rivelano lacune: dischetti a 14 metri dalla porta, estemporanei arbitraggi di ct (nello specifico, boliviano), nei gironi alcune squadre disputano la loro seconda gara, mentre altre non sono ancora scese in campo.
Centenario

Del galletto Laurent la prima gioia iridata, il Messico è quindi la prima Nazionale a raccogliere nella propria porta una rete iridata.
Il Brasile convoca sostanzialmente giocatori del campionato carioca, tra di loro si distingue il capitano Preguinho.
L'Uruguay ha l'obiettivo della vittoria e sostiene una preparazione rigida, un bagordo notturno mette perciò fuori rosa il portiere titolare Mazali.
Gli Usa vincono il loro raggruppamento con un calcio prettamente atletico.

La finale si disputa al Centenario (denominato così per ricordare il secolo trascorso dalla Costituzione del Paese), inaugurato a torneo avviato e con capienza di 90mila spettatori, primato dell'epoca, esclusi i teatri inglesi: Montevideo è sede unica delle partite.
Stabile
Al rendez-vous approdano in scioltezza con un doppio 6 a 1 nei confronti di Usa e Jugoslavia Argentina (la sblocca Monti) ed Uruguay (tripletta di Cea), col trionfo per una scuola che all'apparenza non ha virtuosismi argentini o brasiliani, ma che domina in quanto a 'garra' e senso tattico: questa è la soluzione per competere con nazionali più qualitative anche in virtù della loro maggiore popolazione (vedi possibilità di selezione).
Anselmo e Castro

Sotto la neve le squadre giocano a viso aperto ed all'attacco (cinque elementi offensivi per parte): i padroni di casa rimontano l'1 a 2 del primo tempo; chiude i giochi il centravanti di riserva Castro, privo di una mano (è falegname), dacchè il titolare Anselmo ha temuto il rigido trattamento in marcatura di Monti.
La stella della manifestazione è l'argentino Stabile (ala destra, tripletta all'esordio e marcatura anche in finale); El Filtrador gioca a fine carriera con Genoa e Napoli e diventa decano della panchina Albiceleste, con cui firma sei successi in Coppa America.

Curiosità: Langenus chiede un'assicurazione sulla vita (con nave pronta a salpare) per arbitrare la finale e novello Salomone fa giocare un tempo col pallone portato da una squadra e l'altro con quello portato dall'altra; Monti lo ritoviamo, dopo un ritiro dal calcio giocato, nella Juventus dei 5 scudetti e tra gli azzurri di Pozzo, carismatico e tignoso; in nessuna partita c'è pareggio.

da Il Giornale di Monza


mercoledì 14 maggio 2014

Video: Tributo a Tonino Asta

Realizzato da Matteo Sala
Estratto della finale per la serie B Monza-Carpi 3-2 del 1997 a Ferrara.


Il Blog regala ai lettori la Storia dei Mondiali a puntate!..

Ecco finalmente svelata la sorpresa del Blog 1912 per i suoi affezionati lettori, amanti di Ferreacorona e del pallone!!..

Visto che tra un mesetto comincerà la XX edizione del Mondiale e, volente o nolente, per circa un mese le attenzioni pallonare saranno rivolte a quanto accade in Brasile, non solo in merito alla spedizione Azzurra, abbiamo pensato ad un racconto dei Mondiali del passato per entrare nel 'clima' brasiliano

Leggerete formazioni delle finali & podi, cannonieri & curiosità..


Ritroverete facce famose o potrete memorizzare volti di campioni che sono stati leggende nella loro epoca, magari senza televisione, con pochi media, quasi sicuramente senza blog...



Questo perchè il pallone pretende, parimenti alla purezza della passione e al tifo leale, Memoria nei confronti di chi lo ha reso un gioco così amato, così bello


Da parte mia, ho cercato di essere preciso, verificando i ricordi sulle fonti, ma ho allo stesso modo provato a raccontare a 360° ogni  Mondiale: inutile citare giornalisti e scrittori che indirettamente mi sono stati preziosi e che tra me e me ringrazio in questo stesso momento, perchè so che il loro contributo è, come il mio, pur se piccolo, una forma di amore verso il Calcio


                                                                                               Antonio




martedì 13 maggio 2014

Soluzione al quiz sulla storia dei Mondiali pubblicato il 30 aprile - Cogliete le gemme

1) unico portiere bicampione: Gilmar (b)

2) zero minuti iridati: Di Stefano (b)

3) primato di gol in un Mondiale: Fontaine (a)

4) mai avversario del Brasile in finale: Argentina (a)

5) capitano avversario al Sarrià: Socrates (d)

6) Milutinovic primatista di Nazionali guidate al Mondiale: cinque (c)

7) a segno in tutte le partite di un Mondiale: Jairzinho (a)

8) mai a rete per l'Argentina in finale; Maradona (c)

9) mai a rete contro l'Italia in finale: Rivelino (b)

10) condivide con Matthaus il primato di cinque Mondiali in campo: Carbajal (a)

Giovedì appuntamento con Tonino

Giovedì Tonino ha dato appuntamento a tutti i tifosi al Monzello dopo la sessione pomeridiana dell'allenamento per un ultimo saluto. La Curva Davide Pieri a subito aderito seguita a ruota dal Monza Club Libertà, ci auguriamo una presenza massicia di tifosi per dare il giusto tributo all'Uomo che ci ha condotto fuori dalle tenebre calcistiche in cui Seedorf e suoi "collaboratori" ci avevano fatto piombare.

da Il Giorno e Il Giornale di Monza





Sarà Pea il nuovo Mister biancorosso?

Potrebbe essere Fulvio Pea a sostituire Tonino Asta sulla pamchina del Monza, anche sul nostro forum l'esperto di mercato "newpagala" conferma che la trattativa sia più che avviata, CLICCA QUI per leggere. Il Mister di Casalpusterlengo, allievo di Simoni e Mourinho, a livello giovanile con Inter e Sampdoria ha vinto tutto Viareggio compreso, ed a livello di prima squadra ha diverse esperieze in B con Sassuolo, eliminato proprio dalla Samp ad un passo dalla serie A, Padova e Yuve Stabbia, CLICCA QUI per visionare il suo curriculum. Il tecnico, che è considerato un grande esperto di tattica e conoscitore del panorama calcistico-giovanile del calcio italiano ed estero, è molto attento ad entrambe le fasi di gioco, come modulo predilige il 3-5-2 anche se non disdegna un più offensivo 4-3-3. Sara lui il nostro nuovo Mister? Un po di pazienza e sapremo...

domenica 11 maggio 2014

Como eliminato! Torna il Derby

Passa il Sudtirol nel 4° di finale con il Como 4 a 3 ai rigori per gli altoatesini. Passa anche il Savona di Corda a Vicenza sempre ai rigori, mentre Cremonese e Albinoleffe alla fine del 1° tempo sono 1 a 1, ProVercelli - Feralpi si gioca stasera alle 21,00.

da Il Giorno e MBnews




sabato 10 maggio 2014

Dalla parte di un tifoso

Ieri 9 maggio 2014 è finito un ciclo, Asta lascia il Monza ed è facile prevedere come possa non essere l'ultimo degli addii importanti e dolorosi fra le fila biancorosse.
Il Patto stipulato, con una stretta di mano tra Tonino e Armstrong neanche un anno fa si è sciolto e ciò non è sicuramente un fulmine a ciel sereno, da tempo ormai si era capito che le idee ed i programmi, sia pur importanti, del Presidente non erano pienamente condivisi dal Mister, che a mio parere ha fatto bene a non tornare sui suoi passi, nonostante l'affetto profondo che lo lega ai suoi tifosi, perché due persone così sanguinee (nel senso positivo del termine) non possono stare sotto lo stesso tetto senza che ci sia una piena condivisone d'intenti.
Emblematica al riguardo è la frase, tratta dalla bella intervista di Monza News, in cui proprio Tonino, al di la di facili dietrologie, indica il motivo principale per il quale non è potuto rimanere sulla panchina biancorossa "andrò alla ricerca di qualcosa che mi possa dare le emozioni che ho vissuto qui a Monza, con un ambiente dove la volontà è quella di farmi fare solo l'allenatore, senza occuparmi di altre cose. La categoria non è importante: in questo momento sono in attesa degli eventi".
Cosa dire al nostro Mister in una occasione del genere? Un semplice grazie è certamente troppo poco per chi ha riportato la luce in una tifoseria che aveva vissuto tanti, troppi anni nelle tenebre e allora faccio mia la frase di uno striscione della Curva Pieri in occasione dell'ultima partita casalinga di questo biennio vincente "Una Squadra e un Mister che ci hanno fatto re innamorare non si potranno mai dimenticare".
Un ciclo si è chiuso e un ciclo si dovrà aprire, perché se è anche vero che proprietà, dirigenti, allenatori e giocatori passano i tifosi, almeno quelli veri, restano.
Le dichiarazioni e le promesse del Presidente sono state importanti, i nomi fatti per il sostituto del Mister, che dovrebbe nelle idee della società ricoprire un ruolo alla Ferguson o alla Wenger, eclatanti, il progetto per il nuovo Brianteo fantastico... come si dice in questi casi "se son rose fioriranno ma se son spine pungeranno".


 

da Il Giorno e La Gazzetta



mercoledì 7 maggio 2014

Solo per appassionati: nessun biglietto per il Brasile come premio

Quiz sulla storia dei Mondiali -  Cogliete le gemme...

1) unico portiere bicampione

a) Combi
b) Gilmar
c) Pumpido
d) Taffarel

2) zero minuti iridati

a) Charles
b) Di Stefano
c) Jascin
d) Liedholm

3) primato di gol in un Mondiale

a) Fontaine
b) G.Muller
c) Puskas
d) Vavà

4) mai avversario del Brasile in finale

a) Argentina
b) Francia
c) Germania
d) Italia

5) capitano avversario al Sarrià

a) Cerezo
b) Falcao
c) Junior
d) Socrates


6) Milutinovic primatista di Nazionali guidate al Mondiale

a) tre
b) quattro
c) cinque
d) sei

7) a segno in tutte le partite di un Mondiale

a) Jairzinho
b) Kempes
c) G.Muller
d) P.Rossi

8) mai a rete per l'Argentina in finale

a) Bertoni
b) Kempes
c) Maradona
d) Valdano

9) mai a rete contro l'Italia in finale

a) Carlos Alberto
b) Rivelino
c) Sarosi
d) Zidane

10) condivide con Matthaus il primato di cinque Mondiali in campo

a) Carbajal
b) P.Maldini
c) Maradona
d) N.Santos



Come sempre attendiamo le vostre risposte: per i più bravi, e non solo, a breve il regalo mondiale del Blog...

da MBnews


martedì 6 maggio 2014


Soluzione al quiz sulla storia dei Mondiali pubblicata il 30 aprile

1) Chi non ha approfittato del Mondiale casalingo: Brasile (b)

2) Quale ct ha vinto due edizioni: Pozzo (c)

3) Quale giocatore ha il record di presenze al Mondiale: Matthaus (c)

4) Quale portiere è stato imbattuto per più minuti: Zenga (d)

5) Quale giocatore ha realizzato una tripletta in una finale: Hurst (a)

6) Quale giocatore ha disputato più finali: Cafu (a)

7) Quale Nazionale ha disputato più finali: Germania (c)

8) Chi non ha alzato il trofeo da Capitano: Pelè (d)

9) Chi ha fatto più gol nelle fasi finali del Mondiale: Ronaldo (d)

10) Quale finale ha prodotto il maggiore numero di reti: Brasile-Svezia (a)

da Il Giornale di Monza e La Gazzetta




domenica 4 maggio 2014

Classifica Finale: i verdetti.

Il Monza perde anche a Renate e arriva quarto, Mantova e Spal promosse, ai play off Forli, Porto Tolle, Cuneo e Torres, Rimini e Virtus verona retrocedono tra i dilettanti

sabato 3 maggio 2014

Renate Monza: convocati e formazione

Formazione titolare per il derby che vale il terzo posto, out Anghilleri e Gasbarroni, probabile l'impiego di Morao e Candido, ritorna tra i convocati Allegretti. I convocati:Allegretti, Briganti, Candido, Castelli, De Cenco, Finotto, Franchino, Grauso, Miello, Morao, Pessina, Polenghi, Ravasi, Santonocito, Sinigaglia, Teodorani, Valagussa, Vita, Zullo. Probabile formazione: 4-3-1-2 Castelli-Franchino-Morao-Polenghi-Grauso-Briganti-Vita-Valagussa-Sinigaglia-Candido-De Cenco.