Ieri è stato come leggere un libro. Ci sono, infatti, tutti gli elementi che riportano al più famoso romanzo di Lewis Carrol (Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie). L'inizio è dubitativo ...
a che serve un libro, pensò Alice, – senza dialoghi né figure?
Traduco ... "a che serve uno squadrone sulla carta senza bel gioco nè risultati?"
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Fa ben sperare non tanto la qualità del gioco ma la continuità di questo lungo la partita. La palla gira e la squadra sale. Non subiamo anche se qualche rischio, potenziale quanto meno, lo corriamo. Ordine e attenzione nei passaggi. Ecco un piccolo neo, uno dei migliori nelle partite precedenti, Palesi, ha commesso qualche errorino di troppo nei passaggi. Qualche palla persa di troppo in una zona nevralgica del campo giustificata comunque dall'intenzione del giocare sempre la palla e compensata dalla mole di lavoro, anche sporco, fatto lì in mezzo. Guidetti è un metronomo che gestisce la palla come un giocatore di categoria superiore. Difficilmente sbaglia la scelta, che sia un passaggio al portiere, un filtrante per l'attacco o un appoggio ad un difensore o ad un compagno di reparto. Dalla cosa più semplice a quella più difficile fa sembrare tutto come se fosse normale.
La difesa fatica molto poco certamente grazie al filtro di centrocampo ma anche all'attenzione nel tenere la linea e nel coprire gli spazi con le giuste distanze. L'esperienza di Ruffini e, soprattutto, Riva si fanno sentire, eccome. E questo aiuta Battaiola a fare lo spettatore pagante anche se quando viene chiamato in causa si fa trovare pronto. Ricordo in due gare almeno due parate che son sembrate normali anche grazie alla sua prontezza ma che l'anno passato ci avrebbero fatto gelare il sangue nelle vene.
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dro un coniglio (uhuhuhuh, mi sento poeta!!!). Quel coniglio che scappa al cospetto di Alice e corre veloce verso la porta avversaria dove nessuno se lo aspetta. Ecco, quello stesso coniglio, raccolto dai camuni, ha risvegliato l'orgoglio neroverde e questi sembrano farsi più minacciosi. Ma i sassi tirati dal coniglio verso Alice diventano pasticcini, proprio come nella favola, ed iniziamo a divertirci davvero nel mangiarli.
È sempre l'ora del tè, e negli intervalli non abbiamo il tempo di lavare le tazze.
In realtà il tempo dell'intervallo sembra non finire mai. Tutti aspettano il rientro delle squadre perchè ... Perchè ci si sta divertendo davvero! Non dominiamo, non annichiliamo l'avversario, ma stiamo giocando un'onesta e concreta gara come non si vedeva da tempo. Ed allora perchè aspettare? Torniamo in campo subito e divertiamoci ancora!
E le aspettative vengono rispettate. Torniamo in campo senza subire, anzi, cercando ancora di costruire e giocare al pallone. Arrivano un rigore netto e l'espulsione del difensore (secondo giallo) che chiudono la partita anche se poi non riusciamo davvero a farlo nel punteggio.
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Giusto per chiudere con il rimando al romanzo, il dubbio che si pone Alice al termine dello stesso romanzo è più che lecito ma la convinzione e certezza che dimostra sono le medesime che dobbiamo provare noi ora.
Chi sa se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine, per
fare che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo
(oramai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie. Chissà se
avrebbe saputo partecipare, ancora con lo stesso cuore ai piccoli
dispiaceri e alle loro semplici gioie, nel ricordo della sua vita di
bambina e dei suoi felici giorni d'estate. Lei era certa che Alice ne
sarebbe stata capace.
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