Viotti; Zullo, Briganti,
Massoni; Foglio, Hetemaj, Perini, Anghileri; Margiotta, Virdis,
Radrezza
Dalle
Vedove; Cazè, Belotti, Monticone; Pini, Baldassin, Meduri, Genevier,
Mogos; Ekuban, Ferrari
Quasi ovunque generalizzazioni, quando
basterebbe un paio di ali.
Cala dalla Val Gobbia una squadra
raffazzonata, specie dietro, ma scossa in modo positivo come
attenzione e manovra dal cambio tecnico che ha portato in sella
Braghin, autore della precedente promozione cadetta della Pro
Vercelli.
Nonostante un buon approccio di Virdis
che non arriva alla conclusione decisiva per un ultimo tocco
impreciso, il Monza si fa mettere sotto sul piano del gioco e delle
velleitarie occasioni: tra due calci d'angolo degli ospiti, dei
quali è il secondo, calciato corto, il più pericoloso, nasce una
galoppata di Foglio sull'out di sinistra, senza che Virdis possa
essere velenoso quanto la sua fama e i suoi corretti movimenti
odierni (spettacolare quello al 60' che elude la marcatura e lo porta
a concludere di poco fuori in diagonale) meriterebbero.
Radrezza e Margiotta giostrano alle sue
spalle, ma non forniscono assist, nè saltano (o portano via) l'uomo,
invogliando Pea ad invertire la loro posizione.Se il solito limite di
fantasia grava sulla cerniera mediana (Hetemaj ancora sottotono,
Perini comunque è il migliore del primo tempo), il gioco dovrebbe
fluire da una trequarti con piedi rapidi e tecnici, ma è buio pesto,
come quello che dal 20' cala sul Brianteo e sulle fasi di gioco.
I bresciani sono poco più che
scolastici, ma scambiano posizioni, mantengono la difesa alta,
abbozzano sovrapposizioni: danno una complessiva buona impressione,
accompagnata dalla certezza che un ritmo più sostenuto creerebbe
loro disagi, infilandosi tra le loro ordinate, ma ampie distanze; si fanno apprezzare per mobilità
Genevier ed Ekuban che specie nelle prime battute ruba la scena al
bucaniere Ferrari, ma sono ben contenuti da una difesa a tre ormai
solida, orchestrata da Briganti con autorevolezza (un suo rinvio
rabbioso nel finale di tempo è il segnale ai compagni che le cose
non vanno).
In tutto ciò è però Margiotta,
servito dalla classica volata a sinistra di Foglio, a
divorarsi il gol: sarà la superficialità, o l'errata collocazione
del corpo, ma un comodo impatto dall'area piccola vola alto.Poco dopo
una stilettata dalla sinista, dove Anghileri fatica
a sganciarsi, origina una bella conclusione di controbalzo del
numero dieci d'Oltralpe: palla che sibila a mezzo metro da Viotti.Una
serpentina mancina di Margiotta a conquistare un angolo e una
chiusura di Briganti sul ghanese Ekuban chiudono le ostilità.
Pea punta tutto su Vita e l'ex granata
per un po' sembra sentire la pressione, difatti conclude una sola
volta, secca e diritta, al 55' con Dalle Vedove che
sfodera, benchè coperto da vari giocatori, buon senso della
posizione, poi è solo Lumezzane: Genevier traccia una parabola quasi
perfetta (incrocio sfiorato) su punizione, Ferrari non arriva su un
lento passaggio che dalla destra giunge a centro area, da ultimo
Zullo alla disperata respinge
il tiro di Genevier a colpo sicuro.
Gli avversari si mettono a quattro e il
Monza si compatta attorno al 5-3-2: ne vengono fuori ritmi
spezzettati e campanili a tenere l'avversario lontano.
Saranno il maggiore peso in avanti,
sarà il calo delle energie ospiti, ma gli ultimi venti minuti sono
territorio biancorosso: al 75' l'azione Vita-Margiotta fa gridare al
gol, poi Anastasi sparacchia una palla che gli rimbalza di fronte:
apprezzabile il pensiero da attaccante.
Non sembrava mancassero solo cinque
minuti al novantesimo, sembrava invece inevitabile si sbloccasse
così, punizione (dalla destra) e zuccata in mischia che sbriciola un
fortino assediato con inerzia mista a convinzione.
Perchè il crepuscolo divenga la
volta che Anastasi basta un attimo: qualità aeree ribadite
(stavolta il passaggio è di Vita dalla sinistra) e stilettata
sull'angolo sinistro di Dalle Vedove.
Il taccuino era già abbandonato sui
gradoni, perchè non annotasse generalizzazioni a spiegare un'ora col
freno a mano, legate che so alla psiche dei ragazzi o al calcio
matematico di Pea.
I pensieri registrati senza il proprio
sentire sono come malumore, ogni partita è giusto sia solo nostra.
Archivieremo la
volta che Anastasi senza dire e non dire di classifica,
professionalità, tifo.
Generalizzazioni che un tempo così
verticale (sette
minuti) come quello di Anastasi non merita.
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