giovedì 17 ottobre 2013

Pro patria: una lunga agonia?

Vavassori pres. della Pro Patria.
Da tuttolegapro.com:

Nubi scure a Busto Arsizio dopo l'ennesima sconfitta subita dalla Reggiana. Le scelte di mercato estive sembrano non offrire quelle garanzie che il direttore generale Raffaele Ferrara si aspettava. Scelte rivelatesi al momento perdenti che si affiancano alla rinuncia delle punte Cozzolino e Falomi, all' acquisto di tanti giovani in cerca di consacrazione, ad un allenatore prelevato dalle giovanili Tutti segnali inequivocabili di una strategia di saving della società di patron Vavassori, ma che potrebbero anche essere interpretati come una progressiva azione di disimpegno nei riguardi della Pro Patria. Ipotesi avvalorata dal fatto che il patron è sempre meno presente allo Speroni, sia durante gli allenamenti sia nelle gare ufficiali. Una assenza che non è passata inosservata ai tifosi che si chiedono q
uali siano le reali intenzioni dell'industriale bergamasco da tempo amareggiato per la scarsa attenzione della città nei riguardi della società da lui presieduta.
Assenza pesante avvertita anche in sala stampa nei post partita da troppo tempo orfani della sua presenza, dopo che lo scorso anno fu luogo di animati interventi atti a rintuzzare le provocazioni della mai amata stampa bustocca. Un chiaro segnale lanciato alla piazza o solo impegni di forza maggiore? Difficile dirlo, anche se in un momento difficile come questo si auspicherebbe la presenza del comandante che possa dare fiducia e conforto ad uno spogliatoio sempre più disorientato e preoccupato non solo dall'ultima posizione. Raffaele Ferrara, direttore generale della società biancoblù, nonchè fidato consulente del patron, dalle pagine dei quotidiani locali non prende posizione a tale riguardo limitandosi ad un laconico commento : "Io non gli chiedo il perchè delle sue assenze, penso che le conclusioni le debbano tirare altri", aggiungendo: "A Legnano, in Eccellenza, ci sono più spettatori che a Busto". Insomma, sembra ricominciare il noto tormentone che da tempo è di moda a Busto e che rischia di gettare pesanti ombre sul futuro della società biancoblù.

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