Da qualche anno ormai arriviamo a Luglio a fare la conta delle squadre "sopravvissute" di quelle che riescono ad iscriversi al campionato per il rotto della cuffia, di quelle che spariscono nei meandri dei campionati dilettantistici e di quelle che, approfittando delle disgrazie altrui vengono ripescate.
E ogni anno la composizione dei gironi di Lega Pro è sempre più un'operazione da prestigiatore più che da manager sportivo.
Macalli & Co. ogni anno annunciano la riforma dei campionati di Lega Pro, ma ogni anno tutto rimane come prima e l'unica priorità rimane quella di trovare un numero sufficiente di squadre per poter comporre almeno 2 gironi di Prima divisione e 2 gironi di Seconda divisione, ma di questo passo, tra non molto dovranno andare in giro ad affiggere i manifesti per cercare le squadre disposte ad aprire una fidejussione di alcune centinaia di migliaia di Euro per iscriversi ai campionati di Lega Pro.
A me sembra che si stia girando intorno al problema, forse perchè non si vuole... o non si può risolverlo.
Oggi troppe società calcistiche sono governate da persone che non hanno alcun interesse per il calcio ma solo interessi speculativi.
Acquisiscono per cifre irrisorie società di Prima o Seconda Divisione, nella speranza di portarle in breve tempo alla serie cadetta e quindi poter poi portare a termine la loro speculazione nel momento in cui il valore della società aumenta in modo considerevole.
Per fare ciò, allestiscono squadroni ingaggiando calciatori di categoria superiore, a metà campionato iniziano a non pagare più stipendi, contributi, tasse e quant'altro, nella speranza comunque di arrivare alla promozione ed entrare in un giro di affari ben più alto.
Peccato che a volte il gioco non riesce e salta tutto, quindi società blasonate finiscono nei campionati dilettantistici, vedi l'esempio Lucchese, Salernitana ma anche Pro Patria di 2 anni o sono.
La beffa è che la promozione la guadagnano meritatamente quelle società che hanno saputo gestirsi al meglio senza dissanguarsi in acquisti insensati con rose di giocatori dai nonmi altisonanti, ma che sono gestite da persone competenti e soprattutto amanti del calcio (vedi Novara, Varese, Gubbio, Tritium, ecc.) gente che ha come unico scopo quello di giocare a calcio per divertirsi e far divertire i propri sostenitori.
Se quindi non cambierà questa mentalità sempre più dilagante del considerare una società calcistica come puro business per le più basse speculazioni, ma solo semplicemente come una SOCIETA' SPORTIVA con un proprio blasone ed una propria tradizione, appartenente al territorio e alla gente, credo che non esista alcuna riforma dei campionati che possa risolvere il problema e quindi ogni anno, a Luglio, ci ritroveremo a fare la conta dei "sopravvissuti"
2 commenti:
In parte hai ragione ma non hai parlato del nocciolo del problema:
Una società calcistica di lega Pro costa troppo rispetto ai ricavi che realizza, pertanto se ne diventi proprietario o sei un tifoso che ha vinto il superenalotto o ai degli interessi trasvesali come nel caso di Novara e Varese, Gubbio e Tritium sono quei colpi di fortuna che capitano quando i campionati sono, proprio a causa della crisi, così mediocri che basta veramente poco per eccellere.
Per cui per salvare la lega Pro tutte le società devono puntare sui giovani e sul vivaio e le redistribuzioni dei diritti televisivi devono essere più eque.
Non c'è interesse nell'investire in una squadra di lega pro..troppi costi,e troppi pochi guadagni...
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