Carissima Clelia,
grazie per le belle parole che hai avuto nei miei confronti. Che ricambio non per piaggeria ma con stima, sincerità, affetto e (come hai giustamente sottolineato Tu) lunga militanza al seguito dei colori biancorossi.
Ho letto e riletto con estrema attenzione su Monza-News la Tua risposta al mio post sul blog Millenovecentododici. Non intendo dilungarmi troppo ne fare polemiche. Del resto le mie parole erano – penso – molto nette. Le ripropongo per ulteriore chiarezza: “ i colleghi hanno deciso in modo diverso e rispetto totalmente la loro scelta”. Più di cosi !! Il resto lo spieghi benissimo Tu. E – perdonami – Ti cito “I lettori hanno il diritto di essere informati”. Concordo pienamente. Come sempre la differenza sta nel ‘taglio’ (cioè nel senso) che il giornalista, ovvero l’intermediario tra l’intervistato ed il lettore, intende dare alle dichiarazioni. Tu sottolinei, e Te ne ringrazio, la frase di Verdelli “da un certo momento in poi”. Ti sfido amichevolmente a cercarne traccia su tutti i media (cartacei e web) che tra domenica e martedì hanno riportato invece la prima parte delle dichiarazioni del tecnico monzese. In palio un caffè (che, scusami, sono già certo di aver vinto) dopo una buona pizza (che naturalmente Ti offrirò volentieri perché sono un gentlemen). I motivi del taglio della frase possono essere mille (cito sempre le Tue parole: “dovere di sintesi o volute omissioni”) ed in cuor suo ogni collega li conosce indipendentemente da quelli che si danno per ufficiali. Mi perdonerai se in cuor mio anche io faccio le mie supposizione ? Spero di si … Riportando la prima parte delle dichiarazioni del Signor Verdelli lo si ‘vuole’ presentare come un asceta spasmodicamente impegnato a salvare la squadra e per nulla intenzionato a perdere tempo leggendo giudizi negativi sul suo conto, viceversa riportando la frase completa lo si sarebbe contestualizzato (addirittura umanizzato …) come un allenatore che – toccato e ferito dalle critiche – decide (legittimamente) di non farsi innervosire da certe letture ostili e cattive … Più di mille parole vale un – simpaticissimo – aneddoto dell’anno, ormai lontanissimo, dell’ultimo scudetto granata. Quello con tanto Monza dentro (Castellini, Patrizio Sala, Claudio Sala e – soprattutto – il grande Gigi Radice in panca). Conferenza stampa di quel burlone tutto fosforo di Eraldo Pecci, centrocampista dai piedi dolci e dalla lingua tagliente: “siamo una squadra molto offensiva. In tre, Graziani, Pulici ed io abbiamo fatto qualcosa come 36 gol.” Se – per dovere di sintesi o volute omissioni – qualche giornalista di allora si fosse fermato qui avrebbe tagliato il fantastico e fulminante finale: “35 loro due, 1 io !” …
Con stima
Fiorenzo Dosso
IL CORRIERE DELLO SPORT - STADIO
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