venerdì 29 agosto 2014

Memorie dell'agorà - Il Novara di Silvio Piola


Silvio Piola: il bomber principe del massimo campionato italiano è pietra angolare della storia azzurra.
Piola il fromboliere
Udovicich la bandiera
Il centravanti cui lo stadio di Novara è intitolato ha fatto la grande Storia della Nazionale azzurra colla doppietta ai magiari nella finale iridata di Parigi e la piccola storia del club oggi guidato da Toscano con ottantacinque reti che hanno garantito un'immediata promozione in Serie A ed il mantenimento della categoria per sei stagioni (otto totali).
L'ottava posizione del '52 agli ordini di Varglien fu inoltre appannaggio del Novara soprattutto per le diciotto marcature del trentottenne lomellinese; in quegli anni sulla panchina sedevano sulla panchina allenatori vincitori di tricolore con Juventus e Torino: Parola e Janni.
La società nelle mani di Di Salvo, il cui arrivo si sovrappone alla nascita del Villaggio Azzurro, nacque nel 1908 su iniziativa di liceali del Carlo Alberto e si strutturò inglobando realtà pallonare locali, ma potè affermare di essere lato del Quadrilatero piemontese solo cogli Anni Trenta: primo dei tredici complessivi tornei in Serie A nel '36-'37 e nuova promozione dopo lo spareggio coi mandrogni la stagione nel '38-'39, annata in cui si raggiunse la finale della Coppa Italia contro l'Ambrosiana.
Gli anni meno gloriosi, dopo la promozione tra i cadetti del '70 e il lancio del portiere F.Pulici e della mezzala Zaccarelli, futuri scudettati con Lazio e Torino, iniziano colla discesa in Serie C del '77, evitando l'Interregionale solo grazie al fallimento delle bianche casacche vercellesi l'anno del Mondiale dello Stivale.
L'assestamento dopo tre playout di ancoraggio alla Serie C2, avviato colla promozione in Serie C1 del '03, getta le basi della sorprendente doppia promozione che nel giro di un anno cancella numeri quali le 33 stagioni senza serie cadetta e le 55 senza massim serie: protagonisti il binomio Sensibile-Tesser e la coppia d'attacco Bertani-Gonzalez.
Le ciliegine sono le trenta giornate senza sconfitte (fatale il Vigorito) e la Supercoppa di categoria vinta col Portogruaro il primo anno, i playoff vinti con Reggina e Padova e gli scalpi in Coppa Italia di Parma e Siena a riaprire le porte del Meazza il secondo.
La recente memoria è alimentata da due vittorie coll'Inter la stagione della retrocessione, da Rubino che diviene il solo marcatore di una stessa squadra in quattro categorie (superando Piola con ottantasette centri) e da Ludi, che ritorna ora in terze serie quale bandiera, ruolo oltre il campo ricoperto per diciannove stagioni, e senza Serie A, dal fiumano Udovicich, stopper tutto cuore.

Formazione-tipo:
Tozzo; Bergamelli, Perticone, Beyè, Garofalo; Garufo, Faragò, Pesce, Barlocco; Gonzalez, Evacuo, Corazza
(Montipò; Ludi, Peverelli; Miglietta, Buzzegoli; Gustavo, Manconi)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

È CATEGORICA la VITTORIA!
Gli avversari sono forti e tosti e con un doppio dente avvelenato, sia per la retrocessione sia per il mancato ripescaggio.
NON DOVREMO AVERE ALCUNA PAURA E VINCERE!

Unknown ha detto...

ops..dalla formazione-tipo da levare bergamelli se no sarebbero in dodici :-)