Il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi è intervenuto ai nostri microfoni per commentare la situazione attuale del Monza. Da tifoso biancorosso quale è, il presidente si dice preoccupato e sofferente nel vedere la squadra in fondo alla classifica, ma allo stesso tempo sicuro che la società sarà in grado di dare una sterzata attraverso il mercato di riparazione che partirà a breve. Allevi svela poi di aver conosciuto il nuovo presidente Luca Magnoni alla cena di Natale, dove si è respirata un'atmosfera di vera convinzione nel progetto biancorosso. E ricorda a tutti i tifosi che criticano l'attuale società la cruda realtà: "Non c'è la fila di imprenditori brianzoli fuori dalla porta, pronti ad acquistare il Monza".
- Presidente, vorremmo avere un suo commento riguardo la situazione che sta vivendo attualmente il Monza.
"Rispondo solo ed esclusivamente da tifoso: sono un po' preoccupato ovviamente sia per la posizione in classifica della squadra sia per le ultime prestazioni che ho visto al Brianteo. Credo che da un po' di tempo a questa parte si sia persa molta autostima. La squadra psicologicamente e mentalmente è un po' a terra e quando subentrano gli aspetti psicologici poi diventa difficile invertire la rotta. Però diamo il tempo al nuovo mister di lavorare anche sul piano psicologico: è qui da talmente poco... La società poi credo che voglia intervenire sul mercato a gennaio per rinforzare la rosa e quindi mi auguro questo brutto momento passi in fretta".
- Ma Lei non crede che i cambiamenti societari abbiano influito sulla situazione psicologica che stanno vivendo i giocatori?
"Non credo: i ragazzi nel momento in cui vanno in campo dimenticano tutto perché in quei 90 minuti fanno solo i calciatori. E poi non ci sono stati grossi cambiamenti: la proprietà è rimasta la stessa. Allora cosa dovrebbero dire i giocatori del Bologna? Non dovrebbero andare neanche in campo visto che sono 7 mesi che non prendono lo stipendio eppure stanno facendo un signor campionato. La proprietà è rimasta in mano per l'88% ad una cordata e per il 12% ad un'altra. Hanno cambiato solamente le persone all'interno del CdA, ma ripeto che si tratta delle stessa compagine azionaria. I ragazzi non credo abbiano avuto ripercussioni negative in tal senso. A tal proposito posso dire che ho conosciuto il nuovo presidente (Luca Magnoni, ndr) alla cena di Natale che c'è stata a Concorezzo e mi ha veramente fatto un'ottima impressione. Anche lui è appena arrivato in una realtà che non conosce, ma mi è sembrato veramente una persona con le idee molto chiare e molto in gamba".
- Però il presidente uscente Stefano Salaroli ha permesso la pubblicazione di un documento che lascia intendere come la gestione del Monza sia in effetti nelle mani di una sola persona, mai nominata esplicitamente ma evidentemente riconducibile a Clarence Seedorf.
"Io non credo. Premetto che ho conosciuto il presidente Stefano Salaroli in questo lungo periodo in cui ha rivestito questa importante carica e ne sono amico: lo ringrazio per quello che ha fatto e spero di rivederlo presto di nuovo allo stadio a tifare il Monza, per cui non posso dire mezza brutta parola nei suoi confronti, anzi... anzi... ha fatto veramente tanto e mese dopo mese si è proprio innamorato del Calcio Monza e quindi ha dedicato tempo, energie e passione per la nostra squadra. Detto questo, però, sappiamo benissimo che il presidente Salaroli era esponente della compagine di minoranza all'interno del CdA. Io non credo che esistano imprenditori che hanno l'88% delle azioni di una società e non mettano uomini di loro fiducia. Per cui ripeto che la scelta di cambiare il presidente è stata presa dalla proprietà che ha l'88%. Io non metto becco su queste decisioni perché non è il mio ruolo. Sono amico dei membri uscenti del Consiglio di Amministrazione e spero di diventarlo dei nuovi membri. Diventano quindi situazioni delicate in cui ogni parola potrebbe facilmente essere strumentalizzata. Io dico e spero che la società abbia ancora voglia di credere nel progetto: dalle parole di Clarence Seedorf, da quelle del nuovo presidente Magnoni e dall'atmosfera che si respirava alla cena di Natale questa convinzione c'è ed è grande. E qui ripeto che mi aspetto anche che si tramuti in rinforzi nella campagna acquisti di riparazione. Ho detto loro che non volevo neanche prendere in considerazione - sempre da tifoso - l'ipotesi che quest'anno si possa retrocedere, visto che l'anno prossimo sarà la stagione che culminerà nella festa del centenario e loro chiaramente mi hanno risposto che non vogliono prendere in considerazione quest'ipotesi quanto me. Io so - seguendo lo sport da 40 anni - che costruire un progetto in una squadra di calcio è una cosa difficile che necessita di un po' di tempo: nel calcio non s'inventa nulla e non si costruisce nulla dalla sera alla mattina. E' un percorso che si sviluppa nel medio/lungo periodo: voglio dire che prima di diventare il Chievo, cioè la favola del calcio, ci hanno messo anche loro degli anni. La speranza è che questo progetto possa essere vinto e possa quindi fra qualche anno essere apprezzato da tutti i tifosi come me. D'altronde i soldi ce li mettono loro, la proprietà è loro, tutto il resto sono chiacchiere. Non è che c'è la fila di imprenditori brianzoli fuori dalla porta, pronti ad acquistare il Monza: diciamo anche questo che credo sia importante".
- Ma il suo cuore di tifoso non soffre a vedere il Monza penultimo a pochi punti dal fanalino di coda Paganese?
"Io soffro tantissimo. Ogni domenica. Non parliamo poi della partita col Como. Soffro a vederlo in fondo alla classifica, soffro a vederlo giocare male, soffro a vedere la situazione che si è creata. Non voglio dire che il mio pensiero corre agli anni d'oro del Calcio Monza, ai Tosetto, ai Buriani, insomma a quelle sfide in cui tornavo a casa e continuavo a vedere la partita davanti agli occhi, ma ricordo che anche in anni più recenti le soddisfazioni erano molte di più. Quest'anno sta andando così e allora abbassiamo l'asticella: l'obiettivo minimo diventa la salvezza, sperando di non passare dalle forche dei play-out e poi ci auguriamo che la stagione che terminerà nel centenario possa essere più ricca di successi e soddisfazioni per la società, per i giocatori e per i tifosi".
2 commenti:
Bene ora abbiamo anche l'opinione di un politico, che però parla solo come tifoso. Allevi dice che è amico di tutti e che il progetto e la gestione della società sono di Seedorf, quindi fa quello che vuole.
Conclusione: vogliamoci bene e camperemo centanni (forse)
Chi non si indigna di fronte a questo scempio non può dirsi tifoso del 1912, tirate voi le somme.
Posta un commento