Quella con l'Arezzo era una tappa fondamentale per capire a quale punto era il nostro percorso di crescita. Qualcuno l'avrebbe chiamata prova di maturità per me, invece, era solo uno dei tanti compiti in classe che si presentano durante l'anno. Direi, in particolare, un compito di matematica, di quelli che ho sempre temuto di più ai tempi del liceo.
L'appuntamento di ieri era un po' come quelli del "ci siamo preparati bene", come (quasi) sempre, fuor di dubbio, poi però il risultato non è stato quello che ci aspettavamo. Accidenti, in quella espressione c'era proprio la formula che non mi ricordavo!!! In quell'altra ho invertito il più con il meno ... Lì mi sono piantato, non sono proprio riuscito a capire come risolvere.
Ecco, eravamo preparati perchè avevamo studiato, tanto ed anche bene, ma abbiamo i nostri limiti. Limiti di memoria, di capacità, certamente, ma anche limiti dovuti alla seratona adolescenziale del giorno prima che ci ha fatto perdere un po' di lucidità o anche al fatto che eravamo distratti dalla partita che ci sarebbe stata nel pomeriggio o dalla ragazzina della 2a B che proprio prima di entrare in classe ci ha mandato quello sguardo languido che significa certamente che si è innamorata di noi! Ed ecco qui, nonostante le tante, tantissime sufficienze de
Che dobbiamo impegnarci ancor di più se vogliamo arrivare pronti a vincere la sfida più importante, quella della maturità che ci dirà se siamo o non siamo da promuovere. Testa bassa, concentrazione a mille e ripartire dalle cose buone che già abbiamo dimostrato di sapere cercando di colmare invece le lacune (quei maledettissimi logaritmi!!! Chi ha mai capito come funzionano? O meglio, a cosa caspita servono???).
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