Niente da fare nemmeno per l'Umana Reyer, insomma. Un anno per quattordici di loro e un anno e mezzo per gli altri sei.
Lo scorso 6 maggio erano circa in 500 nella gradinata Est e, a un paio di minuti dalla fine, un gruppo aveva scavalcato la recinzione e si era sistemato sulla pista di atletica, per festeggiare la già conquistata promozione in Lega Pro due. Mentre il giocatore arancioneroverde Lauria stava per battere un calcio d'angolo, sul parziale di 3-0 con i gol di Florean, Essoussi su rigore e Casagrande, l'arbitro Serra di Torino aveva fermato il gioco per quattro minuti, in attesa che questi riprendessero posto in tribuna.
Ristabilito l'ordine la partita era regolarmente finita e l'invasione festosa c'era stata lo stesso, a caccia di una maglia o di un altro souvenir. Non solo del campo, ma anche degli spogliatoi. Nessun atto di violenza, anzi alla fine anche un'ombra, al baretto con i sostenitori del Belluno.
Ma la Polizia scientifica e la Digos di Belluno hanno individuato gli invasori con un filmato e delle foto, denunciandoli all'autorità giudiziaria per "invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive (articolo 6 della legge 401 del 13 ottobre 1989)".
I venti sono tutti ragazzi di età tra i 20 e i 40 anni, residenti nel Veneziano e nella bassa Trevigiana. Il Questore ha notificato loro quello che in termini tecnici si chiama «decreto di divieto di accesso a tutti i luoghi del territorio nazionale ed estero, dove si svolgono manifestazioni sportive calcistiche, dalla serie A all'Eccellenza, passando per la Coppa Italia, i tornei internazionali e le partite della Nazionale, comprese le amichevoli». In più, l'esclusione sarà valida anche per gli incontri di pallacanestro. Il comunicato della Questura è di ieri, ma in laguna i frequentatori dello stadio Penzo, sull'isola di Sant'Elena, già sapevano da alcune settimane di questo provvedimento e alcuni si erano lamentati con la società, colpevole a loro dire di non aver tutelato per niente la tifoseria, nella domenica della promozione.
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